sabato 2 febbraio 2008

Dabo: «La Lazio è un sogno dopo un incubo»


«Davvero non me lo aspettavo. Per me è stata una triplice uscita da un incubo, si avvera un sogno». Ousmane Dabo, 31 anni, torna a indossare la maglia della Lazio dopo la sfortunata esperienza in Gran Bretagna al Manchester City.

«Quando ho saputo che ero di nuovo un giocatore della Lazio sono stato emozionantissimo - ha detto il centrocampista -. Mi sono ricordato di quanto mi volevano bene con la maglia biancoceleste e anche che i momenti più felici della mia vita li avevo vissuti nella Lazio come la Coppa Italia vinta. E di tutti gli amici che avevo e che avevo mantenuto. Insomma, ho fatto la scelta giusta».

«Farò benissimo». Il calciatore francese è uno dei rinforzi che la società biancoceleste ha messo a disposizione del tecnico Delio Rossi nel mercato invernale. «In Inghilterra volevo fare una esperienza nuova e invece mi sono capitate tante cose brutte: squalifiche, infortuni, travolto in una rissa per poi non giocare più. Un incubo dal punto di vista sportivo», dice Dabo. Il feeling con la Lazio comunque non si è mai interrotto. «L'ho seguita sempre», racconta. «E sono stato arcicontento per il terzo posto e per la bella Coppa Campioni. D'altronde conoscevo bene i ragazzi ed ero felice di vederli giocare bene».

«La Lazio ha ottimi tecnici, è un ottima società , un ottimo gruppo. Sono fiducioso, farà benissimo», dice ancora il francese scommettendo su un girone di ritorno ricco di soddisfazioni. «Era scritto che tornassi. Ho ritrovato anche la mia maglia numero 6. Doveva prenderla Radu, ma combinazione ha voluto che un problemino con il transfer di Scaloni abbia obbligato Stefan a prendersi il numero 2 per giocare a Firenze. Anche ritrovare la mia maglia numero 6 è un segno del destino».

«Fisicamente sto benissimo nel senso che mi sono molto allenato, specie in vista di un trasferimento a gennaio, anche se non ho giocato con la prima squadra, ma nelle amichevoli e con il campionato riserve che in Inghilterra è una cosa seria. Penso che mi possa mancare il ritmo della partita, ma in un paio di uscite dovrei rimediare», dice il centrocamposta. «Comunque, io sono a disposizione dell'allenatore che valuterà quando e se impiegarmi. Non ho nessuna preoccupazione ad andare in panchina ed a rendermi utile quando necessario. Io credo che nel calcio a vincere sia sempre il gruppo».

Lotito e il ritorno del figliol prodigo. «Considero Dabo più che un cavallo di ritorno un figliol prodigo cui ho aperto le braccia anche perché ci eravamo lasciati molto bene un anno e mezzo fa», dice il numero uno del club Claudio Lotito. «Lui - racconta il presidente - mi aveva detto, con molta franchezza e lealtà, che per fare esperienza e per ragioni economiche avrebbe desiderato tentare la carta inglese. Io, non potendo trattenerlo sul piano delle richieste economiche, accettai la nuova situazione solo ammonendolo che avrebbe potuto trovarsi male in un ambiente freddo come quello inglese. Quando ho saputo che voleva ritornare gli ho aperto le braccia dicendogli "te l'avevo detto!". Lui mi ha risposto: "avevi ragione!". Dabo - ha concluso Lotito - è un valore aggiunto che si va ad incastrare nel progetto Lazio in virtù di valore tecnico, ma anche della sua capacità di fare gruppo. Insomma è un uomo da Lazio».

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