giovedì 12 novembre 2009

Intitolato a Gabbo la pinetina del Belsito a P.della Vittoria


ROMA (11 novembre) - Sono trascorsi due anni dalla morte di Gabriele Sandri, il tifoso laziale ucciso nell'area di servizio A1 di Badia al Pino (Arezzo). Sandri fu colpito da un colpo di pistola sparato da un agente di polizia di Stato, Luigi Spaccarotella, condannato in primo grado a sei anni per omicidio colposo.

Oggi il fratello Cristiano ha parlato ai microfoni di CNRmedia riaffermando ciò che in questi due anni la famiglia del giovane ha sempre ribadito. «L'omicida di mio fratello ha sempre detto che non sapeva se si trattava di tifosi, persone che litigavano per motivi stradali, o altro. Collocare quella morte in ambiente da stadio ha fatto sì che molta gente con giudizi superficiali abbia potuto pensare che Gabriele se la fosse cercata. E per questo in qualche modo si è annacquata la responsabilità di chi ha commesso il reato. Riguardo il caso Cucchi, preferisco non parlarne. Posso solo dire che su Stefano Cucchi c'è un'inchiesta della magistratura in corso, ma anche in altri fatti di cronaca in cui sono imputati esponenti delle forze dell'ordine, questi vengono liquidati con troppa facilità con il solito discorso delle mele marce. Forse bisognerebbe iniziare a fare una conta».

La ricostruzione dell'omicidio. Era l'11 novembre 2007, domenica mattina. Alle 9, nell'area di servizio dell'A1 di Badia al Pino (Arezzo), il 26enne tifoso laziale Gabriele Sandri, che stava andando a Milano con degli amici per vedere Inter-Lazio, viene ucciso da un colpo di pistola. Il colpo viene sparato dalla carreggiata opposta, dall'agente della Polstrada Luigi Spaccarotella. Il proiettile centra Gabriele al collo, mentre è seduto sul sedile posteriore dell'auto. Lo sparo, dirà Spaccarotella, era per colpire le gomme del veicolo e fermarlo, visto che poco prima gli occupanti avevano dato vita a una piccola rissa con dei tifosi juventini.

L'agente della Polstrada è stato condannato a 6 anni per omicidio colposo il 14 luglio di quest'anno, con l'aggravante della colpa cosciente. Il pm di Arezzo, Giuseppe Ledda, aveva chiesto la condanna a 14 anni per omicidio volontario con dolo eventuale. «Faremo ricorso in appello» aveva preannunciato quel giorno, subito dopo la sentenza, il signor Giorgio Sandri, padre della vittima. La difesa del poliziotto lavora invece per una riduzione della pena: «Riteniamo che ci possa essere una riduzione della pena – afferma l'avvocato Francesco Molino, difensore di Spaccarotella - Non condividiamo alcune parti delle motivazioni. Chiederemo che il processo si svolga con il rito abbreviato, come abbiamo fatto in primo grado».

Oggi, in occasione del secondo anniversario della morte del tifoso laziale, è stato intitolato
“Gabriele Sandri ”la Pinetina del Belsito, nel parco della Vittoria, alla Balduina. Ad inauguarare la targa all'interno del parco, presenti la famiglia di Gabbo e il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. La famiglia Sandri attende «giustizia» dalla sentenza della Corte di assise di appello di Firenze: «Il 14 luglio, quando è uscita la sentenza, eravamo tutti delusi e sconcertati - ha detto il padre Giorgio - adesso ci rimbocchiamo le maniche e aspettiamo la sentenza di appello di Firenze, sperando che vi sia giustizia per Gabriele, per tutti noi e per i cittadini».

«Non vogliamo che l'imputato sia condannato ad 1 o 2 anni in più - ha aggiunto il fratello Cristiano - ma che siano accertati i fatti per come sono andati. Sparando contro l'autovettura l'imputato si è assunto il rischio di quello che faceva e quindi si tratta di omicidio volontario con dolo eventuale».

«Su Gabriele Sandri vogliamo verità e giustizia - ha detto Alemanno - perché non siamo soddisfatti delle sentenze che ci sono state fino a adesso. Anche per Cucchi è necessario avere giustizia, Roma non può chiudere gli occhi di fronte a nessuna violenza perpetrata a danno dei suoi cittadini».

1 commento:

Anonimo ha detto...

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