domenica 22 novembre 2009

Napoli-Lazio 0-0


Le due squadre affrontano la partita con pressioni decisamente diverse, Napoli sulle ali dell’entusiasmo e Lazio in serie negativa quasi infinita. I due allenatori si affidano a moduli offensivi ma i risultati sono alterni e abulici. Nell’avvio di match Maggio ha la grande occasione ma Muslera risponde da campione, successivamente Saccani nega un rigore alla Lazio per mani di Rinaudo. Nella ripresa ci provano Lavezzi con un sinistro alle stelle, Saccani sorvola ancora su un episodio in area napoletana e Diakitè nel finale sfiora il goal vittoria impegnando De Sanctis nell’unica parata della sua partita. Ebbene sì, queste sono le uniche emozioni di una sfida che è parsa più una corsa campestre illegale che un incontro di calcio…

In campo – Walter Mazzarri e Davide Ballardini schierano lo stesso modulo, un 3-4-2-1 a trazione anteriore. Nella formazione campana c’è a sorpresa Pazienza in campo a scapito di Cigarini, davanti solito tridente Hamsik – Lavezzi – Quagliarella. Modulo novità per i capitolini chiamati ad uscire da un periodo di crisi nera, il tecnico schiera Stendardo per la prima volta in stagione e fa fuori Rocchi in favore di Cruz. Matuzalem non recupera, idem per lo svizzero Lichtsteiner.

Si gioca – Inizia con qualche minuto di ritardo la partita del San Paolo. Napoli che cerca subito di imporre il proprio gioco, Lavezzi svaria su tutto il fronte offensivo mentre Hamsik cerca di cucire il gioco tra centrocampo e attacco. All’ 8’ grande verticalizzazione di Pazienza per Maggio che controlla splendidamente su Kolarov, tocco basso su Muslera in uscita che con i piedi compie la prima prodezza giornaliera. Il primo sussulto del Napoli coincide anche con l’ultimo della prima frazione partenopea. La Lazio prende le misure ai campani e comincia a macinare gioco. Le occasioni però faticano ad arrivare, Foggia si perde sempre dopo il primo dribbling e Cruz gioca spesso spalle alla porta. Ci pensa così Zarate ad accendere il match, le accelerazioni del funambolo aprono varchi ma fruttano poco al tiro. Lo stesso argentino dopo averci provato dalla distanza riceve palla sul dischetto del corner, punta e salta abilmente due avversari e scarica di destro a rete, Rinaudo alza il gomito e respinge ma Saccani da due passi non concede un penalty netto e scatena le ire dei giocatori laziali. Succede poco nei minuti rimanenti, Napoli imballato e Lazio pressante ma inconcludente.

Ripresa con gli stessi effettivi. Il canovaccio è lo stesso del primo tempo con il Napoli vivo e voglioso di spingere sull’acceleratore. Il più in palla è sicuramente Lavezzi che si muove molto e porta sempre palla sulle fasce mettendo in difficoltà la difesa a tre laziale. Le occasioni da goal però scarseggiano come nel primo tempo, le conclusioni di Lavezzi e Quagliarella sono velleitarie e non creano tremori a Muslera. La Lazio cerca di recuperare metri ma la squadra fatica vistosamente e sembra in condizioni atletiche poco brillanti. Al 30’ altro episodio in area partenopea, ancora con Rinaudo protagonista; scaramuccia con Cruz, tirata di capelli e gancio al volto dell’attaccante argentino, per Saccani è tutto regolare. Girandola di cambi e crampi, il gioco si spezzetta e Saccani continua con alcuni misteriosi “non” fischi fino al 91’ quando Diakitè sfiora il goal partita con una bella girata in area. Partita bruttina, tanta corsa ma poca qualità.

La chiave – Le difese blindate mettono il segno “X” alla partita. Le chiusure di Campagnaro e Rinaudo da una parte e Stendardo e Radu dall’altra blindano le porte dei rispettivi portieri e distribuiscono perfettamente la posta in gioco…

La chicca – Difficile trovare una giocata degna della nostra rubrica, le uniche emozioni le regalano Lavezzi e Zarate con le loro accelerazioni impazzite. Peccato che i compagni non li seguano mai…

Top&Flop – Bene nei partenopei Campagnaro e Lavezzi, Maggio fa bene a metà mentre Hamsik e Quagliarella non si rendono mai pericolosi. Nella Lazio spiccano Stendardo, strepitoso ed eroico il suo rientro, e Radu, sempre attento a chiudere le falle dei compagni. Male Foggia, fumoso e inconcludente, Cribari ha sempre l’errore nel caricatore…

Massimo Culello

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