domenica 29 novembre 2009

Lazio-Bologna 0-0...SVEJA!DOMENICA C'E' ER DERBY!


In campo – Davide Ballardini conferma il modulo presentato a Napoli, difesa a tre e due mezze punte in appoggio al centravanti. Novità di giornata è Diakitè al posto di Cribari, Rocchi rileva davanti lo squalificato Cruz. Franco Colomba apporta diverse modifiche dopo la sconfitta interna contro l’Inter, fuori Raggi (infortunato) e Britos, dentro Zenoni e Moras. A centrocampo spazio all’ex Mudingayi.

Si gioca – La Lazio ha una gran voglia di riscatto e nei primi minuti di gioco mette letteralmente alle corde i rossoblu. Il più vivace è Rocchi che prima sfiora il goal di testa e successivamente appoggia un ottimo pallone per Matuzalem che col destro impegna seriamente Viviano. Padroni di casa tambureggianti, complice un pubblico rumorosissimo, Zarate si scuote e al 12’ regala uno dei suoi pezzi preferiti, slalom speciale da metà campo, ingresso in area e ancora Viviano chiude la porta del vantaggio laziale respingendo con i piedi. Il Bologna cerca di pungere in contropiede, Adailton si muove spesso tra le linee con alterne fortune mettendo confusione nella difesa capitolina. Al 18’ Stendardo combina un mezzo pasticcio regalando palla in area a Di Vaio che salta Muslera, si defila e poi calcia a lato con la porta chiusa da tre giocatori biancocelesti. Passa meno di un minuto e la Lazio è già pericolosa dalle parti di Viviano, Foggia cerca e trova il movimento in area di Rocchi che gira al volo di destro mettendo alto di poco sopra la traversa. La squadra di Ballardini paga il pesante sforzo iniziale con una seconda metà di tempo poco costruttiva. Gli emiliani dal canto loro spingono poco sull’acceleratore, una bella discesa di Guana sprecata da Zalayeta è però l’unico vero guizzo degno di nota. Nient’ altro da segnalare, finisce così la prima frazione.

Nella ripresa ci si attende la svolta ad una partita che per larghi tratti è parsa essere legata ad un sottile filo. Invece non sarà così, squadre abuliche, stanche all’apparenza e prive di idee utili a gonfiare la rete. Vanno vicini alla rete Foggia, Kolarov e Meghni, ma le conclusioni, spalmate nell’arco di ben cinquanta minuti di gioco, sfiorano sempre i pali della porta difesa da Viviano. Il Bologna è spettatore non pagante, Di Vaio non è mai pericoloso e Zalayeta litiga con il pallone. L’ingresso di Osvaldo e Bombardini dovrebbe portare più vivacità ma soprattutto l’attaccante argentino riesce a fare peggio del compagno sostituito calciando sempre malamente e rendendosi protagonista di una simulazione dopo un testa a testa con Radu. Finisce così il match dopo un deprimente secondo tempo, un punto a testa e zona retrocessione ancora a distanza.

La chiave – Il centrocampo di entrambe le squadre è statico e privo di idee, da una parte Baronio rallenta il gioco e non esce mai dalla propria mattonella, Matuzalem prova ad inventare qualcosa ma predica nel deserto. In casa bolognese il trio Mudingayi – Guana – Casarini pensa sempre a contenere le sortite avversarie e mai a costruire gioco.

La chicca –
In uno 0-0 trovare la chicca della giornata è come trovare una spiaggia in Groenlandia. Oggi premiamo la sostanza della tifoseria biancoceleste che, nonostante una squadra in netta difficoltà, sostiene per tutti i novanta minuti i ragazzi in campo.

Top&Flop –
Radu è un muro invalicabile per gli attaccanti ospiti, il resto della difesa guadagna la sufficienza grazie anche alla sterilità dell’attacco ospite. Bene Matuzalem in mezzo al campo, l’unico lucido dei mediani in canpo, male invece lo statico Baronio e un vivace ma fumoso Foggia. Nel Bologna ottimo un attento Viviano, Portanova è insuperabile di testa, davanti disastrosi Zalayeta, Di Vaio e Osvaldo.

Massimo Culello

sabato 28 novembre 2009

Aspettando Lazio-Bologna...


Mister Ballardini si giocherà probabilmente domenica, nella sfida interna con il Bologna, le ultime chance per rimanere sulla panchina della Lazio. L’ex allenatore del Palermo è pronto ad una mini rivoluzione: albero di Natale con Rocchi unica punta e Zarate e Foggia trequartisti.
Centrocampo a tre con Mauri, Baronio e Brocchi. In difesa si rivede Stendardo che sostituirà l’infortunato Siviglia. Out Cruz per squalifica. Emiliani con la formazione tipo con Zalayeta-Di Vaio coppia d’attacco e Adailton in posizione di trequartista.

Roma, stadio Olimpico, domenica ore 15

PROBABILE FORMAZIONE

LAZIO (4-3-2-1): Muslera; Lichtsteiner, Stendardo, Radu, Kolarov; Brocchi, Baronio, Mauri; Zarate, Foggia; Rocchi. All.: Ballardini.
A disposizione: Berni, Cribari, Diakité, Dabo, Del Nero, Meghni, Makinwa.
Squalificati: Cruz
Indisponibili: Bizzarri, Siviglia, Perpetuini, Matuzalem

giovedì 26 novembre 2009

Per Ledesma niente reintegro: è ROTTURA TOTALE!


Quando sembrava che tutto potesse risolversi, ecco arrivare un altro colpo di scena nella questione Ledesma-Lazio. Il giocatore attendeva una chiamata da Lotito per discutere della possibilità del reintegro e del rinnovo del contratto. E non solo il patron laziale non ha chiamato, ma c'è stato un incontro tra l'agente del centrocampista e Tare che ha allontanato le parti. Il direttore sportivo laziale ha infatti chiesto che, come Stendardo, Ledesma si scusi ufficialmente per il suo comportamento, cosa che il giocatore non intende assolutamente fare.

Per questi motivi, secondo quanto riportato stamane sulla "Gazzetta dello Sport", si profila nuovamente la possibilità di uno scambio con Cigarini a gennaio col Napoli. Inoltre, a far precipitare la situazione, il fatto che ieri Ledesma, allenatosi con la prima squadra, è stato fatto giocare nel ruolo di centrocampista esterno. Circostanza che il giocatore ha preso come una provocazione, tanto che non è da eslcudere a questo punto che come Pandev possa decidere di rivolgersi al Collegio Arbitrale.

martedì 24 novembre 2009

Delio Rossi: "Palermo grande sfida"


PALERMO, 24 novembre - Non c'è atmosfera di festa al Renzo Barbera per la presentazione del nuovo tecnico Delio Rossi, che sostituisce Walter Zenga esonerato dopo il pareggio con il Catania. Maurizio Zamparini stringe la mano del tecnico ma non intende rispondere a nessuna domanda. È scuro in volto, fa un monologo e se ne va. «Rossi non ha bisogno di credenziali. È un giorno triste perchè ho dovuto esonerare Zenga - ha detto - Sono decisioni che adotto per il Palermo, sapendo accaparrarmi le ironie della stampa. L'organico è importante e i risultati non sono all'altezza, tutto qui. Le dichiarazioni su alcuni giovani rosanero non mi sono piaciute, hanno bisogno di tempo». Ma Zenga non ne ha avuto, vorrebbe aggiungere qualcuno, ma non c'è spazio. Zamparini taglia corto. «Spero che questa sia la decisione giusta - ha concluso - e che si sia conclusa la mia carriera di 'mangiallenatori'».

AUTONOMIA - In effetti Delio Rossi non sembra preoccupato. «Ascolterò il presidente anche perchè sarà sempre lui ad avere l'ultima parola - ha detto - ma sono stato chiamato per prendere decisioni e lo farò in autonomia. Il presidente ancora non lo conosco, ci ho parlato un pò mi sembra una persona entusiasta e molto innamorata della sua squadra. Sarò valutato in base ai risultati e sul gioco. Sono venuto qui con la mia professionalità. Penso solo a lavorare. Non sono il tipo che non va a fare il suo mestiere solo perchè il presidente ha la fama di 'mangiallenatorì».

L'ORGANICO DEL PALERMO - Dove può puntare il Palermo? «L'organico devo vederlo lavorare per valutarlo. È una squadra che può recitare un ruolo importante, poi vedremo quanto importante. Il campo sarà sempre l'ultimo giudice. Le cose prima vanno fatte e poi dette. Non vendo promesse, non sono un rappresentante».

CONTATTI - Rossi ha smentito contatti con la società in estate. «La prima chiamata è stata domenica sera - ha spiegato - quando il presidente mi ha chiesto se ero disposto ad allenare il Palermo. E sono qui per restarci. Non penso di essere un traghettatore, ho fatto sempre dei cicli importanti rimanendo diversi anni sulla stessa panchina». Sarà anche per questo che Rossi ricorda il suo predecessore. «In questo momento il mio pensiero va a Walter Zenga - ha ribadito - perchè so quanto sia lacerante un esonero».

LA SCELTA - Di qualificazione in Champions e di obiettivi specifici, Rossi non ne vuole sentire parlare. «Sulle possibilità del Palermo - ha sottolineato - per dare le valutazioni li devo vedere allenare questi ragazzi. Il presidente non mi ha chiesto niente di particolare, mi ha detto solo di dare un'anima a questa squadra ed è quello che cercherò di fare. Sosterrò i miei giocatori, soprattutto i giovani e spero che il pubblico faccia lo stesso». Rossi ha confermato di aver 'scelto' Palermo. «Ho avuto una decina di offerte e le ho declinate - ha detto - perchè non sentivo la stessa passione che ho percepito qui. Mi deve scattare dentro qualcosa per accettare una proposta. Spero di essere all'altezza del aspettative della città e del presidente. Di sicuro non ho la bacchetta magica, ma credo in tre cose: lavoro, lavoro, lavoro».

domenica 22 novembre 2009

Napoli-Lazio 0-0


Le due squadre affrontano la partita con pressioni decisamente diverse, Napoli sulle ali dell’entusiasmo e Lazio in serie negativa quasi infinita. I due allenatori si affidano a moduli offensivi ma i risultati sono alterni e abulici. Nell’avvio di match Maggio ha la grande occasione ma Muslera risponde da campione, successivamente Saccani nega un rigore alla Lazio per mani di Rinaudo. Nella ripresa ci provano Lavezzi con un sinistro alle stelle, Saccani sorvola ancora su un episodio in area napoletana e Diakitè nel finale sfiora il goal vittoria impegnando De Sanctis nell’unica parata della sua partita. Ebbene sì, queste sono le uniche emozioni di una sfida che è parsa più una corsa campestre illegale che un incontro di calcio…

In campo – Walter Mazzarri e Davide Ballardini schierano lo stesso modulo, un 3-4-2-1 a trazione anteriore. Nella formazione campana c’è a sorpresa Pazienza in campo a scapito di Cigarini, davanti solito tridente Hamsik – Lavezzi – Quagliarella. Modulo novità per i capitolini chiamati ad uscire da un periodo di crisi nera, il tecnico schiera Stendardo per la prima volta in stagione e fa fuori Rocchi in favore di Cruz. Matuzalem non recupera, idem per lo svizzero Lichtsteiner.

Si gioca – Inizia con qualche minuto di ritardo la partita del San Paolo. Napoli che cerca subito di imporre il proprio gioco, Lavezzi svaria su tutto il fronte offensivo mentre Hamsik cerca di cucire il gioco tra centrocampo e attacco. All’ 8’ grande verticalizzazione di Pazienza per Maggio che controlla splendidamente su Kolarov, tocco basso su Muslera in uscita che con i piedi compie la prima prodezza giornaliera. Il primo sussulto del Napoli coincide anche con l’ultimo della prima frazione partenopea. La Lazio prende le misure ai campani e comincia a macinare gioco. Le occasioni però faticano ad arrivare, Foggia si perde sempre dopo il primo dribbling e Cruz gioca spesso spalle alla porta. Ci pensa così Zarate ad accendere il match, le accelerazioni del funambolo aprono varchi ma fruttano poco al tiro. Lo stesso argentino dopo averci provato dalla distanza riceve palla sul dischetto del corner, punta e salta abilmente due avversari e scarica di destro a rete, Rinaudo alza il gomito e respinge ma Saccani da due passi non concede un penalty netto e scatena le ire dei giocatori laziali. Succede poco nei minuti rimanenti, Napoli imballato e Lazio pressante ma inconcludente.

Ripresa con gli stessi effettivi. Il canovaccio è lo stesso del primo tempo con il Napoli vivo e voglioso di spingere sull’acceleratore. Il più in palla è sicuramente Lavezzi che si muove molto e porta sempre palla sulle fasce mettendo in difficoltà la difesa a tre laziale. Le occasioni da goal però scarseggiano come nel primo tempo, le conclusioni di Lavezzi e Quagliarella sono velleitarie e non creano tremori a Muslera. La Lazio cerca di recuperare metri ma la squadra fatica vistosamente e sembra in condizioni atletiche poco brillanti. Al 30’ altro episodio in area partenopea, ancora con Rinaudo protagonista; scaramuccia con Cruz, tirata di capelli e gancio al volto dell’attaccante argentino, per Saccani è tutto regolare. Girandola di cambi e crampi, il gioco si spezzetta e Saccani continua con alcuni misteriosi “non” fischi fino al 91’ quando Diakitè sfiora il goal partita con una bella girata in area. Partita bruttina, tanta corsa ma poca qualità.

La chiave – Le difese blindate mettono il segno “X” alla partita. Le chiusure di Campagnaro e Rinaudo da una parte e Stendardo e Radu dall’altra blindano le porte dei rispettivi portieri e distribuiscono perfettamente la posta in gioco…

La chicca – Difficile trovare una giocata degna della nostra rubrica, le uniche emozioni le regalano Lavezzi e Zarate con le loro accelerazioni impazzite. Peccato che i compagni non li seguano mai…

Top&Flop – Bene nei partenopei Campagnaro e Lavezzi, Maggio fa bene a metà mentre Hamsik e Quagliarella non si rendono mai pericolosi. Nella Lazio spiccano Stendardo, strepitoso ed eroico il suo rientro, e Radu, sempre attento a chiudere le falle dei compagni. Male Foggia, fumoso e inconcludente, Cribari ha sempre l’errore nel caricatore…

Massimo Culello

sabato 21 novembre 2009

Aspettando Napoli-lazio...


Ritiro segreto, la vigilia. Prosegue ad Agnano la blindatissima preparazione della squadra biancoceleste, in vista dell’impegnativo incontro di domani pomeriggio contro il Napoli. Questa mattina (inizio alle 11), il tecnico Ballardini ha diretto l’ultima rifinitura nel silenzioso ed isolato “bunker” della Nato. Lontano dai taccuini dei cronisti, il tecnico ravennate ha affilato armi e contromosse da opporre alla lanciata truppa di Mazzarri, che contro i capitolini va a caccia del sesto risultato utile consecutivo (3 successi e 2 pareggi). E’ stata una sessione prettamente tecnica (breve riscaldamento, esercitazione sul possesso di palla e test in famiglia), che ha confermato le indicazioni di formazione delle ultime ore. Anche quest’oggi, Pasquale Foggia si è regolarmente allenato con il resto del gruppo, rinnovando le certezze circa la sua disponibilità. Sarà in campo nel “suo San Paolo”, farà la spola tra centrocampo e attacco sul settore di destra. Il folletto partenopeo sarà l’ago della bilancia di una squadra vogliosa di ritrovare una chiara identità tattica. Stando alle ultime indicazioni, sulla sua corsia di competenza viaggerà veloce Jesus Datolo (in ballottaggio con Zuniga), esterno di corsa e qualità rinato grazie alla cura Mazzarri. Dovrà prestare attenzione in fase difensiva, quindi, garantendo allo stesso tempo un apporto costante a Mauro Zàrate e Tommaso Rocchi, che completeranno il reparto offensivo. Probabilmente non ci sarà Julio Cruz (possibilità per la panchina). Il centravanti argentino è ancora alle prese con un affaticamento muscolare, tanto che anche questa mattina si è allenato in modo differenziato. Conferme positive anche nel reparto difensivo, dove Stephan Lichtsteiner sembra aver del tutto smaltito la lombalgia. Il terzino svizzero si è allenato con il resto della compagnia ed è stato inserito nella formazione dei fratinati. Con la pettorina dei titolari anche Guglielmo Stendardo che per l’ennesima volta è stato provato al fianco di Stefan Radu. A questo punto, la sensazione è che il centrale napoletano abbia del tutto scalzato la concorrenza di Emilson Cribari.

PROBABILE FORMAZIONE ANTI NAPOLI (4-3-2-1): MUSLERA, LICHTSTEINER, STENDARDO, RADU, KOLAROV; BROCCHI, BARONIO, MAURI; FOGGIA, ZARATE; ROCCHI.

LLSN

martedì 17 novembre 2009

Ecco la verità sul caso Kasami, il talento svizzero escluso dalla Lazio


Tutti aspettavano Gonzalo Barreto, ma ad esplodere ai Mondiali Under 17 in Nigeria è stato Pajtim Kasami. Due stelline di casa Lazio dal futuro assicurato, ma con due storie ben diverse. L’uruguaiano che, seppure non abbia illuminato la scena, non vede l’ora di arrivare a Formello. Lo svizzero che, invece, dopo aver vinto il torneo ed essere stato inserito tra i primi dieci migliori giocatori della competizione, non vede l’ora di chiudere la sua storia con la Lazio. E in modo definitivo, tanto da essere ricorso alla Fifa per chiedere la rescissione del contratto. All’inizio tutto filò lisciò, con tanto di firma di un contratto di tre anni, ma con il passare del tempo qualcosa non andò più per il suo verso. Kasami si allenava con la Primavera, spesso addirittura con Pandev e compagni, ma non giocava, né ha mai giocato una partita ufficiale. Strano ma vero. E questo perché, seppur avesse un contratto economico con la Lazio, dalla Figc non sarebbe mai arrivata la liberatoria per tesserarlo poiché la società biancoceleste non avrebbe ancora pagato il premio preparazione al Grassophers (c’è ancora tempo). Si parla di una cifra intorno ai 100.000 euro. Un caso Macheda al contrario. In più, racconta chi gli sta vicino, si sentiva “trascurato e un po’ abbandonato dalla società”. Era spesso da solo in un albergo a cinque chilometri dal centro sportivo. “Kasami è nostro e qui dovrà tornare, prima o poi”, dice la Lazio. “A Formello non ci metteremo più piede, anche se dovessero chiederci scusa”, ha assicurato Zarra, il suo procuratore. La parola finale spetta alla Fifa... Altro giro, altra causa!

lunedì 16 novembre 2009

Agente Arnautovic: "Non escludo la Lazio"


Lazio-Arnautovic si farà o non si farà? Ancora non si sa. O meglio, stando alle parole del suo agente Robert Groener, raggiunto telefonicamente da lalaziosiamonoi.it, “La situazione è stabile e a noi per ora va bene così com’è. Marko non vuole cambiare, vuole rimanere all’Inter e combattere per una maglia da titolare”. L'impressione però (sempre telefonica) è che Groener non abbia voglia di chiudere la porta in faccia a nessuno. Neanche alla Lazio.

Lei però non crede che la concorrenza in attacco all'Inter sia troppo alta al momento con Eto’o, Milito e Balotelli?
Sì, so che la concorrenza è alta, ma dipenderà tutto da Marko: se si allena bene, allora giocherà e lo farà anche bene.

Santon e Balotelli hanno la stessa età di Marko e dopo un primo anno molto buono, adesso stanno accusando qualche problema di crescita. Difficile emergere con Mourinho, no?
Credo di sì, ma a Marko fa tutto bene: Mourinho è un allenatore professionista e vuole vincere. E anche Marko vuole vincere, perciò siamo in sintonia.

Ma lei non crede che se Arnautovic alla fine della stagione avrà giocato poche partite, potrebbe svalutarsi?
Non lo so, Marko è a Milano soltanto da tre mesi. Non me la sento di giudicare la sua situazione in questo momento. Credo sia giusto lasciargli del tempo per fare bene. Sono ottimista per il futuro e lo è anche lui.

Quindi lei crede che magari potrebbe giocare in Champions League…?
Beh, come ho detto prima tutto dipende da lui. La situazione non cambia per ora perché se si allena bene può fare bene. Lui è fiducioso e crede di potercela fare, crede nelle sue potenzialità.

In un futuro, esclude assolutamente la Lazio quindi, anche se dovesse avanzare in Europa League (competizione in cui Arnautovic, peraltro si è fatto apprezzare molto con la maglia del Twente lo scorso anno, ndi)?
No, ma adesso le cose vanno bene così e la situazione non è in evoluzione, né sta cambiando, anzi mi sembra piuttosto stabile.

Cosa dovrebbe accadere perché la situazione cambiasse allora?
Come ho già detto, Marko lotterà per giocare più partite possibile con la maglia dell’Inter. È questo il cambiamento che mi auguro.

LLSN

sabato 14 novembre 2009

NO ALLA TESSERA DEL TIFOSO


"Siamo tifosi, non clienti". E' solo uno degli slogan che sono risuonati a piazza Bocca della Verita', a Roma, al termine del corteo organizzato da circa 300 tifoserie italiane per protestare contro la cosiddetta "tessera del tifoso" che dall'anno prossimo sara' obbligatoria per seguire la propria squadra in trasferta.
Una mattina a sfilare per le strade di Roma, portando all'esterno i canti e i cori che risuonano ogni domenica negli stadi. Gli ultras scesi oggi in piazza hanno sorpreso quanti si attendevano incidenti. Certo, non sono mancati cori ingiuriosi contro il ministro dell'Interno Roberto Maroni e contro le forze dell'ordine, i petardi ormai rari all'interno degli stadi (merito della disciplina che prevede multe salatissime per le societa' ospitanti), ma per il resto la manifestazione si e' svolta in maniera ordinata. Di piu': gli ultras sono rimasti "irregimentati" per tutta la durata del percorso, da piazza dell'Esquilino a Bocca della Verita', grazie al lavoro del servizio d'ordine predisposto dagli organizzatori e al quale hanno preso parte tifosi del Latina e del Viterbo. Societa' piccole, certo, ma che insieme ad altre come Gubbio, Recanati, Fermo, hanno portato in piazza la stragrande maggioranza dei tifosi presenti oggi. Tra i club piu' blasonati si sono fatti notare gli interisti e gli juventini (questi ultimi sono stati quelli a dare piu' filo da torcere al servizio d'ordine), mentre "giocavano in casa" laziali e romanisti, con i biancocelesti in netta maggioranza.
I cori dedicati a Gabriele Sandri, ricordato per tutto il corteo - 'Giustizia per Gabriele' e 'Gabriele uno di noi' - hanno portato la famiglia Sandri a scrivere un messaggio di ringraziamento letto in piazza Bocca della Verita' e seguito da un lunghissimo, commosso applauso. Cori, quasi al termine della manifestazione, anche per Stefano Cucchi, il ragazzo morto all'ospedale Sandro Pertini pochi giorni dopo il suo arresto: "Stefano, Stefano" ritmato dal battito di migliaia di mani e "Giustizia per Stefano" sono stati i cori dedicati al ragazzo di Torpignattara.
"Non si capisce perche' la tessera per entrare allo stadio debba essere ricaricabile e dotata di punti fedelta'", ha spiegato un organizzatore. "Noi siamo tifosi non clienti: la nostra fedelta' la dimostriamo ogni domenica andando allo stadio". "Ci vogliono utenti", ha ribadito Paolo Cento presente alla manifestazione, "espropriandoci del ruolo di protagonisti che svolgiamo allo stadio con la nostra passione".

giovedì 12 novembre 2009

Intitolato a Gabbo la pinetina del Belsito a P.della Vittoria


ROMA (11 novembre) - Sono trascorsi due anni dalla morte di Gabriele Sandri, il tifoso laziale ucciso nell'area di servizio A1 di Badia al Pino (Arezzo). Sandri fu colpito da un colpo di pistola sparato da un agente di polizia di Stato, Luigi Spaccarotella, condannato in primo grado a sei anni per omicidio colposo.

Oggi il fratello Cristiano ha parlato ai microfoni di CNRmedia riaffermando ciò che in questi due anni la famiglia del giovane ha sempre ribadito. «L'omicida di mio fratello ha sempre detto che non sapeva se si trattava di tifosi, persone che litigavano per motivi stradali, o altro. Collocare quella morte in ambiente da stadio ha fatto sì che molta gente con giudizi superficiali abbia potuto pensare che Gabriele se la fosse cercata. E per questo in qualche modo si è annacquata la responsabilità di chi ha commesso il reato. Riguardo il caso Cucchi, preferisco non parlarne. Posso solo dire che su Stefano Cucchi c'è un'inchiesta della magistratura in corso, ma anche in altri fatti di cronaca in cui sono imputati esponenti delle forze dell'ordine, questi vengono liquidati con troppa facilità con il solito discorso delle mele marce. Forse bisognerebbe iniziare a fare una conta».

La ricostruzione dell'omicidio. Era l'11 novembre 2007, domenica mattina. Alle 9, nell'area di servizio dell'A1 di Badia al Pino (Arezzo), il 26enne tifoso laziale Gabriele Sandri, che stava andando a Milano con degli amici per vedere Inter-Lazio, viene ucciso da un colpo di pistola. Il colpo viene sparato dalla carreggiata opposta, dall'agente della Polstrada Luigi Spaccarotella. Il proiettile centra Gabriele al collo, mentre è seduto sul sedile posteriore dell'auto. Lo sparo, dirà Spaccarotella, era per colpire le gomme del veicolo e fermarlo, visto che poco prima gli occupanti avevano dato vita a una piccola rissa con dei tifosi juventini.

L'agente della Polstrada è stato condannato a 6 anni per omicidio colposo il 14 luglio di quest'anno, con l'aggravante della colpa cosciente. Il pm di Arezzo, Giuseppe Ledda, aveva chiesto la condanna a 14 anni per omicidio volontario con dolo eventuale. «Faremo ricorso in appello» aveva preannunciato quel giorno, subito dopo la sentenza, il signor Giorgio Sandri, padre della vittima. La difesa del poliziotto lavora invece per una riduzione della pena: «Riteniamo che ci possa essere una riduzione della pena – afferma l'avvocato Francesco Molino, difensore di Spaccarotella - Non condividiamo alcune parti delle motivazioni. Chiederemo che il processo si svolga con il rito abbreviato, come abbiamo fatto in primo grado».

Oggi, in occasione del secondo anniversario della morte del tifoso laziale, è stato intitolato
“Gabriele Sandri ”la Pinetina del Belsito, nel parco della Vittoria, alla Balduina. Ad inauguarare la targa all'interno del parco, presenti la famiglia di Gabbo e il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. La famiglia Sandri attende «giustizia» dalla sentenza della Corte di assise di appello di Firenze: «Il 14 luglio, quando è uscita la sentenza, eravamo tutti delusi e sconcertati - ha detto il padre Giorgio - adesso ci rimbocchiamo le maniche e aspettiamo la sentenza di appello di Firenze, sperando che vi sia giustizia per Gabriele, per tutti noi e per i cittadini».

«Non vogliamo che l'imputato sia condannato ad 1 o 2 anni in più - ha aggiunto il fratello Cristiano - ma che siano accertati i fatti per come sono andati. Sparando contro l'autovettura l'imputato si è assunto il rischio di quello che faceva e quindi si tratta di omicidio volontario con dolo eventuale».

«Su Gabriele Sandri vogliamo verità e giustizia - ha detto Alemanno - perché non siamo soddisfatti delle sentenze che ci sono state fino a adesso. Anche per Cucchi è necessario avere giustizia, Roma non può chiudere gli occhi di fronte a nessuna violenza perpetrata a danno dei suoi cittadini».

mercoledì 11 novembre 2009

11-11-2007...11-11-2009...



CHI DIMENTICA è COMPLICE

martedì 10 novembre 2009

Pino Insegno: "Ci stiamo facendo male da soli..."


Reduce da una striscia record senza vittorie, la Lazio vive un momento difficilissimo, potendo contare su un cuscinetto di appena due punti sulla terzultima. Ora anche la parolina Serie B non è più tabù nelle conversazioni dei tifosi, ma piuttosto un timore concreto che invita tutti alla massima assunzione di responsabilità.

Se perfino un allegrone come il comico Pino Insegno, biancoceleste sfegatato, usa toni seri allora c'è davvero da preoccuparsi... "Ci stiamo facendo male da soli'. Io ho paura, questa squadra non vince più, Zarate segna a rimpiattino e si permette di zittire i tifosi, altro che gruppo unito e senso di appartenenza, qui si retrocede... E sarebbe un dramma, perchè noi non siamo la Juventus in cui tutti i più forti, da Buffon a Nedved fino a Del Piero decidono di restare. Noi siamo la Lazio, e nella malaugurata ipotesi di una retrocessione in Serie B temo che Zarate non rimarrebbe con noi. E con lui tutti gli altri...".

Insegno ha parole durissime verso Ballardini: "Ha commesso errori su errori, non è un allenatore da Lazio, è solo un aziendalista. Credo che questo sia il suo ultimo incarico, soprattutto se andrà in giudizio presentandosi davanti al Collegio Arbitrale per affermare che Pandev e Ledesma non gli servono... Ma lo spogliatoio che considerazioni potrà mai avere di quest'uomo? E' come se un regista di film andasse dal produttore e gli dicesse: De Niro e Dustin Hoffman non mi servono. Sulla panchina della Lazio serve un allenatore che non sia solo e soltanto un aziendalista. E' il momento di andare controtendenza e cambiare le carte in tavola. Io sceglierei Paolo Di Canio o Bruno Giordano. Serve un trascinatore, un uomo che conosca l'ambiente, le difficoltà, un uomo che sappia esaltare il senso di appartenenza a questo club. E soprattutto un tecnico che restituisca ai giocatori la voglia e il gusto del gioco".

lunedì 9 novembre 2009

Zarate si scusa con la Nord


Mauro Zarate è recidivo. Alla fine della partita persa contro il Cagliari, l’argentino si era rivolto alla Nord invitandola a stare zitta, disegnando con le mani le 2 Coppe vinte. Ieri, dopo il clamoroso autogol rossonero di Thiago Motta, che ha riaperto il risultato, si è rivolto ancora alla Nord portandosi l’indice destro sulla bocca nell’intento di zittirla nuovamente. Un gesto inopportuno e fuori luogo perché i tifosi hanno costantemente sospinto la squadra nel corso dell’incontro, senza contestarla. Un gestaccio che testimonia il momento di nervosismo che sta vivendo l’argentino, che ha perso smalto e serenità sia verso i compagni, che verso il proprio pubblico. Un gestaccio che rischia di incrinare ulteriormente la situazione creando altre fratture. Come se non bastassero i problemi che ci sono attualmente e la drammatica posizione di classifica che occupa la Lazio, finita al quint’ultimo posto dopo 10 giornate senza successi.
Al termine della partita, e dopo aver effettuato il controllo antidoping, l’attaccante argentino ha incontrato una delegazione della Nord per spiegare il suo gesto. Zarate ha detto di non capire i motivi della dura contestazione nei confronti di una formazione che ha vinto due trofei, per questo ha reagito in maniera tanto plateale quando la Lazio ha segnato il gol che riapriva la partita. Maurito era stato subito rimproverato dagli stessi compagni di squadra in campo. La speranza è che questo chiarimento con la tifoseria serva a fargli capire che deve solo pensare a giocare e far gol e che la gente ha anche il diritto a contestare quando la Lazio gioca male, cosa che capita da troppo tempo. Purtroppo alla Lazio, oltre ai risultati, manca anche la serenità del gruppo e il ritiro punitivo annunciato rischia di peggiorare una situazione già precaria. All’Olimpico la Lazio non riesce più a fare punti e, dopo l’illusoria vittoria inaugurale contro l’Atalanta, sono state 4 sconfitte. Una media da retrocessione che deve assolutamente far riflettere.

domenica 8 novembre 2009

Lazio-Milan 1-2


Sensazioni opposte sulle due panchine, Ballardini è in bilico come un equilibrista su un filo interdentale mentre Leonardo si gode il magic moment della sua squadra. Il Milan è in periodo positivo, la Lazio in crisi nera e alla prima palla goal i rossoneri passano con Thiago Silva. La reazione della Lazio è legata alle invenzioni di Zarate, spesso devastante in dribbling ma sfortunato nelle conclusioni. Al colpo del ko laziale ci pensa così Pato con uno stacco perentorio per il raddoppio ai padroni di casa non basta buttare il cuore oltre l’ostacolo nella ripresa e arriva solo il goal della bandiera per il definitivo 1-2.

In campo – Davide Ballardini cerca di stabilizzare la propria traballante panchina tornando al collaudato 4-3-1-2 con Matuzalem alle spalle della coppia Zarate – Rocchi per cercare una vittoria che manca da troppo tempo. Leonardo risponde con lo schieramento della rinascita rossonera, Ronaldinho e Pato sulla trequarti dietro il ritrovato Borriello.

Si gioca – Piove a dirotto sul campo da gioco, la Lazio prova ad approfittare della presunta difficoltà dei tecnici giocatori rossoneri e spinge sull’acceleratore, Rocchi però mette inmostra ancora una volta le sue polveri bagnate e calcia malamente sul fondo. Il Milan rimane guardingo e al 21’ punisce; Lichtsteiner fa uno stupido fallo su Zambrotta e sulla punizione susseguente di Pirlo arriva prima di tutti di Thiago Silva per lo 0-1. Pochi minuti dopo Pato fa le prove generali del raddoppio ma il suo tiro cross viene intercettato da Muslera. I biancocelesti sono poca cosa, tutto il gioco è affidato alle magie di Zarate che è costretto a scartare mezza squadra avversaria per avvicinarsi alla porta. L’argentino sfiora il pareggio su calcio di punizione ma Dida è prontissimo, al 35’ invece il Milan non perdona; cross di Ronaldinho dalla solita zona bucata di Lichtsteiner e stacco di testa di Pato su Kolarov per lo 0-2 di fine primo tempo.

Nella ripresa c’è Cruz al posto di Mauri, Lazio a trazione anteriore. I padroni di casa spingono di continuo, Kolarov sale spesso e su un suo cross basso Cruz non trova la porta da pochi metri. Zarate è il giocatore più temuto dai rossoneri e al 19’ da una sua iniziativa nasce l’autogoal di Thiago Silva per l’ 1-2. Passa meno di un minuto e l’infermabile argentino salta tutti ma sul suo destro potente c’è ancora Dida! Sempre i biancocelesti alla ricerca disperata del pareggio, Meghni appena entrato centra per Rocchi che tutto solo mette a lato di testa coronando una prestazione disastrosa. Il Milan agisce ormai di rimessa e va vicino più volte alla terza rete. Flamini prova un gioiello al volo di rara bellezza, ma ancora meglio è la risposta con la mano di riporto di Muslera. Lo stesso portiere uruguagio spazza definitivamente le critiche recenti volando ancora su un destro di Pato destinato all’incrocio, doppio bel gesto tecnico che mette la parola fine alla partita.

La chiave – La differenza di qualità a centrocampo tra le due squadre sposta clamorosamente gli equilibri a favore del Milan. La regia di Pirlo è sempre sapiente e tatticamente perfetta, Ambrosini chiude i varchi nella corsia di Ronaldinho mentre Seedorf cuce e ricama con lucidità. L’esatto contrario è il trittico di metà campo dei capitolini, Baronio passeggia, Brocchi corre quasi sempre a vuoto mentre Mauri è un ectoplasma…

La chicca – Flamini entrato da poco s’ inventa un destro al volo sensazionale da 20 metri, la palla velocissima vola verso il sette della porta laziale ma Muslera decolla letteralmente a togliere la palla dal sacco con la mano di riporto per una parata da copertina.

Top&Flop – Nella Lazio Zarate brilla su tutti, i subentranti Meghni e Cruz regalano una marcia in più ai compagni e raggiungono la sufficienza. Bene Muslera e Radu, disastrosi Mauri, Brocchi e Rocchi. Nei rossoneri migliori in campo Pirlo e Pato, Borriello non ne becca una mentre Zambrotta e Oddo si fanno troppo schiacciare nella ripresa.

Massimo Culello

Aspettando Lazio-Milan...


Questo pomeriggio la Lazio di Balladini, in piena crisi di gioco e di risultati, riceve all’Olimpico il Milan di Leonardo, in netta ripresa dopo un inizio di stagione alquanto tribolato. Il tecnico brasiliano ritrova il portiere Abbiati dopo una lunga assenza (”L’ho convocato come terzo portiere. Ora chi sta meglio è Dida; non si può fare turnover in porta”). Ci sarà anche Ronaldinho che ha recuperato dall’affaticamento muscolare di venerdì. Il vero dubbio del tecnico brasiliano é chi tra Borriello e Inzaghi dovrà essere il terzo attaccante, con l’olandese Huntelaar fuori dai giochi e destinato a guardare l’ennesimo match dalla panchina. “L’amichevole Italia-Olanda potrebbe rilanciare Klaas. Ha pagato un inizio difficile; è partito male e ha pagato un po’ il giudizio su di lui. Ma sono sicuro, ripeto: dimostrerà il suo valore”. Il Milan questo pomeriggio é decisamente favorito, visti i tempi duri in casa biancoceleste (”Ha un potenziale incredibile e giocatori di grandissimo spessore: sarà una bellissima partita per loro e per noi”), ma il tecnico brasiliano ricorda ancora una volta a tutti il vero obiettivo stagionale: “L’obiettivo societario è molto chiaro ed è la Champions, il resto va valutato poco alla volta”.
Nella Lazio tutto tace – In casa biancoceleste é tornato di moda il silenzio stampa dopo la debacle europea contro il Villareal: bocche cucite per tutti, ma in molti oramai sono convinti che dopo il match di questo pomeriggio contro il Milan, qualunque risultato uscitrà fuori, durante la pausa del campionato in casa Lazio si prenderanno decisioni importanti per il futuro. I tifosi laziali si augurano che questo pomeriggio la squadra giochi almeno con voglia e attenzione, altrimenti si rischia seriamente l’ennesima figuraccia.
Per quanto concerne la formazione Ballardini recupera Meghni, tiene in ansia i suoi con il solito ballottaggio Rocchi-Cruz, ritrova Matuzalem dietro le punte e punta su Mauri a centrocampo, insieme al duo Brocchi-Baronio.
Le formazioni di Lazio-Milan:

LAZIO (4-3-1-2): Muslera; Lichtsteiner, Siviglia, Radu, Kolarov; Brocchi, Baronio, Mauri; Matuzalem; Zarate, Rocchi. All. Ballardini

MILAN (4-2-3-1): Dida; Oddo, Nesta, Thiago Silva, Zambrotta; Flamini, Pirlo; Pato, Seedorf, Ronaldinho; F.Inzaghi. All. Leonardo

sabato 7 novembre 2009

Il mercato sudamericano...c'è Mario Bolatti


La Lazio è a caccia di talenti. Sudamerica, Brasile e Argentina nello specifico le destinazioni del ds Igli Tare, alla ricerca di volti nuovi.

Non volerà in Nigeria per seguire l’ul­tima fase del Mondiale Under 17: la Lazio aspetta l’uru­guaiano Barreto ed è convinta di aver già portato a casa lo svizzero Kasami.

Ma servon rinforzi in difesa, piacciono sempre Joao Miranda del San Paolo e Humberto Rever del Gremio, anticipa il 'Corriere dello Sport'. Lotito li voleva già ad agosto, ma sono extracomunitari, servirebbe una soluzione per il tessera­mento.

Potrebbero, ad esempio, arrivare in prestito con diritto di riscatto, e risolverebbero i problemi difensivi degli azzurri. Ma in Brasile si cerca anche un centrocampista, e si anno due nomi: Filho della Portuguesa, oppure Elias del Corinthians.

In Argentina invece, l'obiettivo è uno solo: Mario Bolat­ti, 25 anni, centrocampista dell’Huracan con passaporto italiano, autore del gol che ha porta­to Maradona al Mondiale in Sudafrica.

venerdì 6 novembre 2009

NO ALLA TESSERA DEL TIFOSO

Villareal-Lazio 4-1


Non si completa l’en plein di vittorie per le squadre italiane nella quarta giornata di Europa League. 15’ di follia ed il signor Kirchner fanno vivere alla Lazio una serata da incubo. L’ingresso, forse tardivo, di Zarate in campo non basta e così il Villarreal vince la sfida del Madrigal con il punteggio di 4-1. Il discorso qualificazione viene riaperto, con la Lazio che presumibilmente si giocherà tutto a Salisburgo.

In campo – Il Villarreal, senza Ibagaza, Senna e Santi, rinuncia a Rossi e si schiera con una formazione comunque molto aggressiva: contemporaneamente i campo due punte, Llorente e Nilmar, e due trequartisti, Cani e Pires. La Lazio invece comincia il match con un inedito 4-2-3-1, con Eliseu, Mauri e Foggia alle spalle di Rocchi. A centrocampo il giovane Perpetuini con Baronio.

Si gioca – Dopo nemmeno un giro di lancette Rocchi si presenta a tu per tu con . il capitano biancoceleste non è freddo e spara sull’estremo difensore spagnolo. Il pericolo scuote il “sottomarino giallo” che sul capovolgimento di fronte trova il vantaggio, anche grazie alla complicità di Bizzarri. Il portiere di coppa viene ingannato da Nilmar che, su una punizione velenosa calciata da circa trenta metri da Pires, lasciato libero da Lichsteiner si avventa sul pallone, non lo tocca ma provoca così facendo la rete del vantaggio spagnolo. Dopo pochi istanti Baronio, pressato da Llorente a metà campo, nel tentativo di divincolarsi allarga un po’ il braccio. L’attaccante iberico mette in scena un atto melodrammatico crollando a terra senza essere toccato, il direttore di gara ci casca ed espelle il regista laziale. I primi quindici minuti del match si concludono con altri due gol del Villarreal, con Cani, con un tiro dal limite sul quale Bizzarri è ancora incerto, e con un rigore trasformato ancora da Pires dopo un fallo di Diakite su Nilmar. Un avvio tremendo per la Lazio che rischia di andare in barca. Ballardini nonostante l’inferiorità numerica non cambia, riorganizzando la sua squadra con un 4-4-1 nel quale a centrocampo Mauri e Perpetuini sono gli interni ed Eliseu e Foggia gli esterni. L’occasione per riaprire la partita la Lazio ce l’ha alla mezz’ora. Rocchi pescato bene da Mauri si presenta ancora davanti a Diego Lopez. Il capitano biancoceleste gioca d’astuzia ed anziché tirare subito prova a frapporsi tra la palla e Gonzalo. Il capitano spagnolo stende Rocchi ed il fischietto teutonico stavolta non può esimersi dal fischiare il rigore alla Lazio ed espellere il difensore iberico. Dal dischetto si presenta Foggia che spreca incredibilmente sparando sulla traversa. Il tecnico del Villarreal Valverde passato il pericolo ordina ai suoi di serrare i ranghi e così la prima frazione si chiude su un largo e rassicurante 3-0 per i suoi.

Ballardini ridisegna la Lazio al ritorno dagli spogliatoi. Il tecnico manda in campo Zarate e Kolarov al posto di Perpetuini e Siviglia, con i biancocelesti che passano ad un 4-3-2 ultra offensivo. Valverde risponde mandando in campo un difensore, marcano, al posto di una punta, Llorente, uscito in barella. Nonostante un “dieci” a trazione anteriore, la Lazio non trova spazi né occasioni. A questo punto Zarate decide di prendere per mano la sua squadra. L’argentino mette in crisi la difesa del Villarreal con la sua velocità fino a quando, al 73’ ben servito da Eliseu, mette a segno con un bel diagonale di destro la rete dell’1-3. Due minuti dopo è ancora Zarate a sparare in porta da pochi passi, ma stavolta Oliva, subentrato a Diego Lopez, riesce a respingere. Poco dopo ci prova Kolarov su punizione ma ancora Oliva non si fa sorprendere. All’82’ Mauri atterra però Cani area: Kirchner fischia il penalty ed il neo entrato Rossi firma il 4-1 spiazzando Bizzarri.

La chicca – Tre goal al passivo, errori a ripetizione, rosso a Baronio, arbitro contro: quindici minuti così, i primi della gara di ieri al Madrigal, i giocatori della Lazio non li hanno vissuti nemmeno nei loro peggiori incubi. Si può dire che la Lazio ha passato davvero un brutto quarto d’ora…

La chiave – L’errore di Rocchi dopo 40’sullo 0-0 e quello di Foggia dal dischetto sono momenti importanti del match, ma il rosso a Baronio, inesistente, lo ha segnato indiscutibilmente.

Top&Flop – Il migliore in campo è Pires, che non viveva una serata così da diverso tempo. Il francese inventa, rifinisce e realizza, sembra essere quello dei tempi d’oro di Londra. Bizzarri, come successo anche nei turni precedenti, fallisce ancora una volta una buona opportunità di mettersi in mostra nella vetrina di coppa.

Marco De Martino

giovedì 5 novembre 2009

Villareal-Lazio...il Balla schiera il 4-2-3-1


Un modulo prudente quello con cui scenderà in campo questa sera la Lazio di Ballardini. Il tecnico capitolino adotterà infatti un 4-2-3-1 con unica punta Mario Zarate. Cinque i giocatori a centrocampo per cercare di fare da filtro fra difesa e attacco contenendo quindi le incursioni avversarie. A centrocampo vi sarà il giovane Perpetuini che farà coppia insieme a Baronio e che avrà il compito di bloccare qualsiasi giocatore con la maglia gialla, mentre dietro l’unica punta agiranno da trequartista Mauri, Foggia ed Eliseu. In porta, come di consueto in Europa League, spazio a Bizzarri. Nel Villareal solito duo d’attacco Giuseppe Rossi, Nilmar. Da segnalare le tre assenze pesanti di Ibagaza, Senna e Cazorla, tutti e tre infortunati.

Villareal, stadio Madrigal, ore 21.05
PROBABILI FORMAZIONI

VILLAREAL (4-4-2): Diego López, Angel Lopez, Gonzalo, Marcano, Capdevila, Cani, Bruno, Eguren, Pires, Rossi, Nilmar. All. Valverde
A disposizione: Oliva, Godin, Venta, Escudero, Fuster, J.Pereira, Llorente
Squalificati: nessuno
indisponibili: Ibagaza, Senna, Cazorla

LAZIO (4-2-3-1): Bizzarri, Lichtsteiner, Siviglia, Cribari, Radu, Perpetuini, Baronio, Mauri, Foggia, Eliseu, Zarate. All. Ballardini
A disposizione: Muslera, Kolarov, Scaloni, Brocchi, Makinwa, Rocchi
Squalificati: Matuzalem
indisponibili: Meghni, Dabo, Cruz

martedì 3 novembre 2009

COMUNICATO CURVA NORD


Cari Laziali,

dopo 5 anni torniamo a lottare per evitare la retrocessione.
Questo grazie ad una campagna acquisti deficitaria, una gestione dei calciatori chiamati “dissidenti” assurda e senza precedenti, avallata da un ALLENATORE E DIRIGENZA aziendalista .

I fatti ,come tutti i LAZIALI in buona fede avevano previsto, sono che la squadra è stata indebolita e più di tanto non può.

Dalla Squadra pretendiamo IMPEGNO.

NOI RISPONDEREMO sostenendoli per 90 minuti.

Per questo vi chiediamo di seguirci compatti, in campo a fianco della Lazio e dei suoi giocatori.

Tiferemo solo e sempre la nostra Maglia e chiunque la indossa.

Avanti laziali.

Curva Nord Lazio.

lunedì 2 novembre 2009

Siena-Lazio 1-1


Un punto, in certi casi, va bene ad entrambe le squadre. E' il caso di Siena e Lazio che, in piena crisi di risultati, muovono la classifica con un punto che fa soprattutto morale.

In campo - Il neo-mister toscano Baroni non opera grandi rivoluzioni: Calaiò è ancora in panchina e sono Ghezzal e Jajalo a supportare Maccarone. Nella Lazio, Cruz è preferito a Rocchi, inizialmente in panchina mentre a centrocampo c'è Foggia dal primo minuto.

Si gioca - Parte subito meglio il Siena, con Codrea parso almeno inizialmente in buona giornata e gli esterni abili a correre nel tentativo di sfruttare le corsie laterali. A passare, però, alla prima azione utile, è la Lazio: Foggia si esibisce in uno show sulla corsia destra e pesca Mauri con uno splendido traversone che il centrocampista laziale spedisce alle spalle di Curci con un bel colpo di testa angolato. Foggia è scatenato e poco dopo, dopo un'azione analoga, imbecca Cruz a centro area, ma il tentativo di tacco del 'Jardinero' non inquadra la porta. I ritmi della gara calano, i toscani gestiscono il pallino del gioco ma tendono a non sbilanciarsi per evitare di offrire il fianco alle celebri ripartenze della Lazio. Al 32', però, arriva il pari. Maccarone prende palla sulla trequarti ed entra in area di rigore lasciando partire un diagonale da posizione defilata che termina in rete dopo esser passato sotto le gambe di un Muslera un po' impacciato. Pochi minuti dopo, grandi proteste senesi: Maccarone approfitta di un clamoroso svarione di Siviglia e si invola verso Muslera che lo stende al limite dell'area: Pierpaoli comanda il calcio di punizione ed espelle Muslera, salvo poi rimangiarsi tutto dopo una segnalazione del guardalinee. Toscani infuriati e Muslera che, incredulo, riprende il suo posto tra i pali.

Nella ripresa la trama del match cambia: è la Lazio a scendere in campo maggiormente determinata, con il Siena guardingo e pronto alle ripartenze: al 15' Maccarone fa tremare Muslera con un bel tiro a girare che non inquadra di poco lo specchio della porta. Maccarone sembra troppo isolato, Ghezzal disputa una gara tutta sua con il pallone, Jajalo si perde col passare del tempo. Nella Lazio, Ballardini richiama in panchina un abulico Cruz per mandare in campo Rocchi, ma la musica cambia poco. Alla mezzora un lampo! L'algerino Ghezzal calcia a botta sicura, ma il pallone si infrange sul palo e per poco, appena due minuti dopo, non è la Lazio a passare, ma Curci è strepitoso a sbarrare la strada a Mauro Zarate, non certo impeccabile nella conclusione da due passi. Barone si gioca, probabilmente troppo tardi, la carta Calaiò: per entrambe le squadre subentra la paura di perdere e la gara finisce così senza ulteriori sussulti.

La chiave - La 'revoca' dell'espulsione di Muslera ha decisamente influito in maniera decisiva sulle sorti della gara: con l'uomo in meno già nel corso del primo tempo, la Lazio se la sarebbe vista davvero brutta.

La chicca - Al 20' clamoroso abbaglio per l'arbitro Pierpaoli: Siviglia su azione d'angolo strattona Ghezzal in maniera talmente veemente da sfilargli del tutto la maglietta. Incredibile la decisione del direttore di gara di non concedere il calcio di rigore.

Top&Flop - Maccarone riesce a sobbarcarsi da solo l'intero peso dell'attacco del Siena, Ghezzal e Jajalo si vedono troppo ad intermittenza. Nella Lazio, Zarate si divora un goal facile, ma rimane comunque il più intraprendente insieme a Pasquale Foggia. Siviglia disastroso, ne combina di cotte e di crude.

Giovanni Amore