lunedì 18 gennaio 2010

Atalanta-Lazio 3-0


Bortolo Mutti, buonissima la prima. Al ritorno sulla panchina dell’Atalanta un rotondo 3-0 ai danni di una Lazio che pensava di essere uscita dalla crisi e che invece vi ripiomba a tutta forza. Una partenza lacerante, lo strappo di Doni che in dieci minuti mette a segno una doppietta, poi la chiusura di Padoin al 36’: 40’ di furore nerazzurro a cui la squadra di Ballardini assiste impotente.

Il tecnico della Lazio aveva giocato la carte del tridente (già non entusiasmante a Udine) Rocchi-Floccari-Zarate. E’ il centravanti, un ex che l’anno scorso a Bergamo segnò 12 gol, la punta di diamante biancoceleste, nonché il salvatore della patria con tre gol in quattro partite. Questa volta però rimane a bocca asciutta. Il 3-4-3 di Ballardini è pericolante: la difesa è in panne, il centrocampo dove manca Kolarov (l’altro protagonista delle ultime buone uscite laziali) non filtra né costruisce, l’attacco sconclusionato.

Per la Lazio dunque tutto da rifare, si torna daccapo. I problemi sono i soliti, mai risolti: poca qualità, mulinare furioso di giocatori e schemi a conferma delle incertezze mai risolte di Ballardini, Zarate troppo discontinuo e un ambiente che tra mille nervosismi (Rocchi e Zarate su tutti, e i tifosi contro la dirigenza) non pare proprio avere la compattezza necessaria per affrontare la traversata della zona retrocessione. Ciliegina guasta sulla torta amara, l’infortunio muscolare di Floccari. Piove sul bagnato a Formello.

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