martedì 23 febbraio 2010

IL RISCATTO DI BERNI!


Da dissidente a titolare contro la “sua” Fiorentina. Una strano scherzo del destino per Tommaso Berni, nato e cresciuto nella città dell’arte, che, dopo aver penato tanto (ma davvero tanto), sabato all’Olimpico avrà l’occasione che attende da almeno tre anni. Anzi, da una vita, visto che è una partita che conta. Non come l’esordio assoluto in A, avvenuto il 20 maggio del 2007 negli ultimi cinque minuti di un Lazio-Parma, seppur lui lo ricordi con gioia, visto che entrò al posto del suo idolo e poi diventato grande amico Angelo Peruzzi. Quel giorno il portierone smetteva di giocare e si pensava tanto a un passaggio di testimone tra Angelo e Tommaso, ma il sogno venne spezzato qualche mese più tardi con l’arrivo di altri portieri tra cui Muslera e Carrizo. Lui ha provato a rimontare, ma non gli è mai stata data un’occasione. Stavolta il cartellino giallo rimediato da Muslera a Palermo, ha dato la spinta definitiva. Quella che è sempre mancata e che questo ragazzo non ha mai avuto, chissà poi il perché. In lui credono tanto ex portieri come Ballotta e proprio Peruzzi. «E’ uno vero, un gran portiere», il parere fraterno dei due. Al momento l’unico passaggio di consegna che c’è stato con Angelo è nel soprannome. Anche Tommaso nello spogliatoio viene chiamato Cinghiale, seppur lui stesso aggiunga con «il massimo rispetto». I due sono proprio amici, tanto che Berni appena può prende, scappa e corre a sparare con il fucile nella squadra di caccia al cinghiale di Angelo. L’occasione per evadere un po’.
Pensare che la stagione alla Lazio, la quarta, l’aveva cominciata da dissidente, quindi da quarto portiere. Ultimo degli ultimi. Davanti a lui c’era persino il giovane estremo difensore della Primavera Iannarilli, inserito in extremis nella lista Uefa. Un dispetto per Tommaso. Uno di quei giocatori che, seppur non abbia mai giocato o alzato la voce (e ne avrebbe avuto di motivi), sicuramente non lo meritava. Già perché nonostante non venisse mai considerato, almeno fino a quando non si è fatto male Bizzarri, Tommaso è da sempre in prima linea per organizzare cene, feste o ricreazioni particolari sempre e solo a fin di bene. Appena c’è un momento di difficoltà o solo per stare insieme e cementare il gruppo, ecco che interviene Berni. E’ una filosofia di spogliatoio che ha trovato in Inghilterra, nel biennio 2001-03 quando era al Wimbledon. La parentesi inglese non fu proprio fortunata, considerato che la società fallì, ma si è divertito e formato, giocando ogni lunedì nel campionato riserve davanti a tremila-quattromila persone. E’ stato uno dei primi portieri ad affrontare e fermare un giovanissimo Wayne Rooney ed era compagno di squadra di Nigel Reo-Coker, ora capitano dell’Aston Villa, con cui ci si sente ogni tanto. Per Tommaso Berni l’amicizia è una cosa importante, fondamentale come lo è la sua famiglia. Ha cominciato da attaccante, poi difensore e alla fine portiere per emulare il fratello Isacco, per Tommaso un supereroe. A soli tredici anni, la decisione più dura, andare via dalla Fiorentina e volare a Milano per indossare la maglia dell’Inter. Papà Patrizio, stopper del Torino dal ’67 al ’69, lo incoraggia e convince mamma Tamara a lasciar andare il ragazzino. Da lì è partita tutta l’avventura fino ad arrivare alla Lazio. Per lui Lotito ha sborsato quasi 2 milioni di euro nelle casse della Ternana. Per lui, da quando è biancoceleste, è stato come scalare l’Everest e se non ci fosse stata Eleonora, la sua fidanzata e futura moglie, sarebbe stata ancora più dura. La vetta ora è lì a pochi passi.

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