martedì 30 marzo 2010

VIVA ZARATE


La faccia da bravo ragazzo, un carattere introverso e classe da vendere. Mauro Zarate si presentò cosi al suo nuovo pubblico poco meno di due anni fa quando, accompagnato da grande curiosità e da un velato scetticismo generale, bagnò il suo esordio in italia con una doppietta decisiva e lampi di classe cristallina. Era il 31 ottobre del 2008. Il sole di Cagliari a far da apripista ad un campionato che aveva come imperativo cancellare la nefasta stagione passata, dove cocenti delusioni e scelte incomprensibili avevano ancora una volta messo alla prova la pazienza del tifoso laziale. Cagliari, dicevamo. E' qui che inizia la grande favola di Zarate. Favola che sembrava non conoscere soste: Sampdoria, Milan, Torino e Fiorentina. Quanto basta a Mauro per diventare idolo incontrastato di una intera tifoseria, ammaliata dai suoi colpi, incuriosita dal suo fare spavaldo e geniale, e innamorata della sua semplicità. Si perchè tutto questo è Mauro Zarate. Nel giro di qualche mese trascina alla vittoria in un derby indimenticabile e regala un trofeo alla sua gente, cosa non da poco considerando che non ci sono i soldi i campioni e le idee di Cragnotti nella "sua" Lazio, ma una mediocrità crescente ed una gestione societaria che sembra vivere più sull'improvvisazione che su altro.

Maurito, insomma, vince, incanta e fa sognare, anche se intorno a lui c'è poco o niente. Probabilmente ora qualcuno si sarà dimenticato delle emozioni che hai regalato con la tua classe e la tua testardaggine. Perchè capita che in una stagione maledetta, dove il baratro è sempre stato li ad un passo, si torni a vincere e convincere. Capita insomma, che dopo mesi di nulla si torni a vedere la luce in fondo al tunnel. Ma c'è qualcosa che non torna Mauro. E' la tua faccia triste, spenta, è quella sensazione di solitudine che, fidati, la tua gente avverte e condivide con te. Perchè in un mondo normale, per una squadra mediocre, l'unica certezza e l'unico appiglio dovrebbe essere la tua classe ed il tuo spirito di sacrificio.

Perchè tu Mauro ti alleni anche quando gli altri sono a spasso a firmare autografi, e questo la tua gente lo sa. Purtroppo questo mondo normale non è, e cosi tu finisci per diventare, secondo alcuni, il male di questa squadra. Al pari dei suoi tifosi, che sempre secondo alcuni, assurdamente, sono stati accusati di aver destabilizzato più che aiutato. Ma la tua forza deve essere questo connubio, questo legame. Sancito in quel maledetto Lazio-Bari. Anche lì, Mauro, solo tu sei riuscito a strappare un sorriso ai tuoi tifosi,che per una domenica sono divenatati i tuoi amici, i tuoi compagni di stadio. Riparti da li', Grande Campione, riparti dall'amore incondizionato della tua gente. Non saranno la presunzione e la follia tattica di un tecnico saccente (e parliamo in generale, ovviamente, non di Reja che anzi per Maurito potrebbe essere di grande aiuto), o l'invidia di chi dovrebbe chiederti "come si fa" ma che invece cerca di farti sentire inadeguato, a spegnere la luce dal tuo viso. E ricordati, sempre, del coro che per te intona la tua gente: Non passarla mai, tira quando vuoi. VIVA ZARATE.

Simone Cignitti
Redazione Lalazioinrete.com

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