mercoledì 15 settembre 2010

MANCINI: "La Lazio qualcosa di speciale"


Ha attinto due giovani rampanti dal campionato italiano e ora, alla guida del Manchester City, cerca di sfidare i grandi rivali della Premier League, lo United e il Chelsea. Ma l’occhio di Roberto Mancini sul nostro calcio è sempre attento anche perché, fra un paio di settimane, gli toccherà la Juventus in Europa League.
Mancini cominciano da Fiorentina-Lazio, due formazioni che ha allenato.
«Partita aperta, fra squadre che possono lottare per la zona Uefa. Difficile soprattutto per i viola, che hanno solo un punto e subito due clamorose sviste arbitrali».
L’amico Sinisa ha avuto un avvio in salita.
«Non per colpa sua. Lui ha già dimostrato di essere un allenatore di rango: a Bologna e poi, in maniera più marcata, salvando il Catania. Farà bene anche a Firenze».
Ci parli di Mihajlovic tecnico.
«E’ una persona preparata tatticamente, conosce il calcio, sa mettere in campo le squadre e sa gestire il gruppo. Ha tutte le qualità che servono per guidare formazioni di prestigio e penso che diventerà un grande tecnico».
Anche grazie agli insegnamenti di Mancini.
«Abbiamo lavorato insieme, ma Sinisa era un allenatore già quando giocava. E posso dirlo con certezza, dal momento che siamo stati compagni per tanti anni. Non sono stato il suo insegnante, ma un amico e un collaboratore».
Pensa che, prima di Fiorentina-Lazio, si emozionerà?
«La Lazio, sia per lui che per me, ha rappresentato e rappresenta ancora qualcosa di speciale. Una maglia, con la quale vinci tanto, ti resta cucita addosso per sempre. Sinisa, inoltre, vive a Roma e ha tanti amici biancocelesti. Quindi, anche se può apparire un freddo di carattere, credo che qualche emozione forte la proverà. Poi, come sempre succede nel calcio, un tecnico dovrà pensare alla sua squadra e agli sviluppi dell’incontro».
Qual è la griglia del campionato italiano?
«Inter, Roma e Milan nell’ordine».
Nerazzurri ancora favoriti, quindi?
«Penso di sì, perché restano i più forti e perché hanno cambiato poco e non avranno problemi d’inserimento. Come potrebbe capitare al Milan, che comunque ha effettuato un mercato importante».
L’Inter risentirà della partenza di Balotelli?
«Difficile prevederlo. Di sicuro Mario è un elemento che può fare la differenza, un talento straordinario che ha tutto per diventare un numero uno anche in Nazionale».
Ibrahimovic, che ha avuto due anni all’Inter, basterà ad azzerare il divario tecnico fra le milanesi?
«Potrebbe, ma non è sicuro. Lo svedese è un grandissimo attaccante che, molto spesso, decide le partite da solo. Dipenderà dal tempo che impiegherà a capire il gioco della nuova squadra».
La Roma sarà ancora la principale antagonista dell’Inter?
«Ha le qualità per ripetersi, soprattutto se Adriano tornerà quello di una volta e se Ibra avrà qualche difficoltà nel Milan».
Lei, che ha allenato e conosce bene il brasiliano, come giudica il suo acquisto?
«Adriano è un bravo ragazzo e un attaccante di valore internazionale. Io ho ”combattuto” spesso con lui per fargli capire certe situazioni: se avrà voglia di rimettersi in gioco, potrà tornare il bomber che tutti hanno ammirato. Dipenderà da lui».
I calciatori italiani hanno minacciato di scioperare…
«Meglio che pensino a giocare…».
Dalla Lazio si è preso Kolarov, dall’Inter Balotelli…
«Puntiamo forte sui giovani di valore. Faranno bene anche in Premier. Purtroppo entrambi sono infortunati e questo ha reso più difficile il nostro inizio di campionato».
Il Manchester City, alla luce della sontuosa campagna acquisti, è chiamato a insidiare Chelsea e United.
«E’ il nostro obiettivo. Per sistemare tutto mi ci vorrà ancora un po’ di tempo, anche domenica abbiamo sbagliato una serie incredibili di occasioni. Dobbiamo inseguire però, alla fine, il City sarà protagonista».
Ancelotti e Mancini: due grandi allenatori esportati in Inghilterra, dove lavora anche Capello.
«Significa che i tecnici italiani sono bravi e vengono apprezzati anche all’estero. Carlo ha già vinto con il Chelsea, io spero di emularlo presto».(ilmessaggero)

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