martedì 18 gennaio 2011

LAZIO-SAMP 1-0...nel segno di Kozak


In un pomeriggio di indisponente pochezza tecnica e privo di emozioni, la Lazio aggancia il Napoli al secondo posto grazie ad una zuccata forse in leggero fuorigioco del gigante ceko Kozak, bravo a sfruttare un calcio piazzato di Ledesma. Partita brutta, povera di contenuti e specchio dell’attuale livello della Serie A italiana, a volte imbarazzantemente basso e non degno del nome che porta. La Sampdoria, accorta e poco vogliosa di rischiare, paga la pessima condizione di Pazzini e soci, mai veramente pericolosi dalle parti di Muslera. I biancocelesti, altrettanto scarni di inventiva e iniziativa, strappano così tre punti fondamentali ma dimostrano di avere bisogno di almeno un paio di innesti importanti per poter competere nelle zone alte della classifica.

FORMAZIONI – Reja ripropone a sorpresa “il cuoco” Lionel Scaloni in sostituzione del febbricitante Radu, in mezzo alla difesa Diakité rileva lo squalificato Biava. Confermato in blocco il resto della squadra. Non è messo meglio Mimmo Di Carlo, anch’egli privo di quasi tutta la difesa eccezion fatta per Reto Ziegler. Dessena e non Cacciatore a destra, Volta e Accardi centrali, Tissone prende il posto di Poli a fianco di capitan Palombo. Federico Macheda ancora in panchina.

PARTITA – Ingannevole il forcing iniziale della squadra di Di Carlo, Pazzini e Tissone provano a impensierire Muslera con tentativi velleitari e poco convinti. Ritmi blandissimi dopo i primi minuti, Ledesma imposta come un regista da film di serie C, Palombo cerca sempre di innescare un mobile Guberti che non impensierisce però mai seriamente la difesa di casa. Lo strano modulo di Reja crea gran confusione in campo, Mauri non azzecca una palla e Hernanes è costretto a fare il lavoro sporco sul centro sinistra. Al 24’ la prima vera occasione della partita, Zarate fa fuori tutta la raffazzonata difesa ospite e appoggia per l’accorrente Ledesma che apre troppo il sinistro. Pochi minuti dopo Curci prova a rianimare la partita non trattenendo una punizione centrale di Hernanes, Floccari arriva però tardi al tap in. Partita al cloroformio, manovre lentissime e ruoli improvvisati, un riassunto efficace del basso livello del campionato italiano.

Non cambia il copione nella ripresa, ritmi da amichevole estiva e Olimpico frustrato dalla poco incisiva prestazione della propria squadra. Pazzini dimostra di non essere in gran condizione sciupando malamente uno splendido assist di Palombo, poi Zarate, confusionario ma l’unico che prova a creare qualcosa, si inventa un perfetto dribbling al limite dell’area ma il suo sinistro finisce di un paio di centimetri a lato. La partita scorre via sulla solita falsariga, squadre che giocano in orizzontale senza costrutto e innumerevoli errori in fase di impostazione da entrambe le parti. Nel soleggiato pomeriggio romano non si intravede la luce, Hernanes corricchia qua e là, Floccari non azzecca una giocata e Mauri non incide praticamente mai. Reja decide finalmente di cambiare qualcosa, Kozak rileva un impresentabile Floccari e Gonzales porta brio ad una mediana praticamente ferma. Al 39’ accade però l’unica cosa che poteva sbloccare una simile partita, Ledesma calcia una punizione dalla trequarti e pesca in area Kozak, sontuoso lo stacco del ceco che infila Curci con un perfetto colpo di testa. E’ 1-0, la Lazio difende con le unghie l’importantissimo vantaggio fino alla fine e si avvicina alla vetta della classifica in attesa di Lecce – Milan.

CHIAVE – L’ingresso di Libor Kozak cambia l’inerzia di una partita tanto brutta quanto esageratamente tattica. I suoi centimetri portano al goal la Lazio e nel finale difendono i disperati assalti doriani. Inspiegabile come Reja lo inserisca solo nell’ultimo quarto d’ora.

CHICCA – La goliardia della tifoseria laziale non smette mai di stupire, nel prepartita infatti viene consegnata a Giampaolo Pazzini una targa firmata Sodalizio Biancoceleste: “a Giampaolo Pazzini con riconoscenza, i tifosi laziali, 25 aprile 2010. Quasi inutile precisare a cosa si riferisca l’oggetto, ovvero la doppietta con cui il centravanti blucerchiato spense i sogni scudetto della Roma di Claudio Ranieri.

MOVIOLA – Sul finire di primo tempo netto fallo di mani di Ziegler che cerca di fermare Lichtsteiner, nessuno però vede e il terzino della Lazio prosegue nell’azione. L’azione del goal partita di Kozak è viziata da un millimetrico fuorigioco del gigante ceco, leggermente avanti rispetto al braccio di un difensore blucerchiato.

TATTICA – La Lazio parte con un ipotetico 4-3-1-2, Mauri trequartista con Hernanes mediano sinstro. Difficile stabilire la posizione di Floccari e Zarate che si spostano spesso, probabilmente per permettere gli inserimenti di un Mauri però assente. Nella ripresa prova a spostare le pedine Reja, risultati mediocri. L’ingresso di Kozak per sfruttare le palle alte è colpevolmente tardivo. Solito 4-4-2 per i blucerchiati, gli esterni alti sono Koman e l’incubo dei capitolini Stefano Guberti. Preferito Tissone a Poli per contrastare maggiormente il tecnico centrocampo avversario. Di Carlo nel corso della partita cambia gli interpreti ma non modifica il proprio scacchiere.

PROMOSSI&BOCCIATI – Impossibile non premiare il man of the match Libor Kozak, subito dietro strepitosa prestazione di Mobido Diakité che rilancia la propria candidatura per un ruolo da titolare. Impresentabile Floccari, lento e impacciato, Ledesma riscatta in parte una prova farcita di decine di errori con l’assist per il goal vittoria. Nella Sampdoria buon primo tempo di Guberti, Pazzini e Macheda abulici, forse provati dai diversi omaggi offerti dalla tifoseria biancoceleste.

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