lunedì 28 febbraio 2011

CAGLIARI-LAZIO 1-0


Un “gollonzo” diviso equamente tra Acquafresca e Dias riapre la lotta al quarto posto, complice la devastante vittoria dell’Udinese a Palermo. Partita brutta, maschia, con pochissimi guizzi offensivi e dominata da parapiglia e scontri a metà campo. I rossoblu hanno ragione dei biancocelesti grazie ad un contropiede finalizzato, pare, da Acquafresca, sul cui tiro Dias inciampa goffamente facendo carambolare la palla in rete. Solido il Cagliari, troppo brutta la Lazio che senza la miccia di Hernanes non riesce mai ad esplodere in fase offensiva.

FORMAZIONI – Roberto Donadoni perde sul gong Francesco Pisano ed è costretto ad inserire Perico sulla parte destra della difesa. Centrocampo con Lazzari preferito a Nainggolan, Cossu dietro il confermato tandem Acquafresca – Nené. Edy Reja non ha a disposizione importanti pedine come Muslera, Brocchi e Mauri, spazio quindi a Berni tra i pali e conferme per Gonzalez e Sculli. Sul filo del rasoio Kozak vince il ballottaggio con Floccari.

PARTITA – Partenza col botto per la squadra isolana, in porta non c’è Muslera e si vede subito; cross dalla destra, liscio clamoroso di Berni e Nené di testa non trova lo specchio della porta. La maggiore facilità di palleggio dei centrocampisti consente alla Lazio di prendere subito le redini del gioco e sfiorare il vantaggio con tre azioni consecutive intorno al quarto d’ora. Hernanes si accende ad intermittenza, ci prova su punizione contro un goffo Agazzi ma senza fortuna e poi cerca di innescare Kozak che parte spesso in offside. Al 40’ la doccia gelata, Biava sbaglia il fuorigioco su un lancio dalla lunga distanza, Acquafresca si ritrova a tu per tu con Berni, diagonale debole che scavalca il portiere ma non Dias che però inciampa clamorosamente e sospinge in rete per l’1-0 cagliaritano.

Nessun cambio nell’intervallo, ritmi decisamente blandi nei primi minuti e Reja manda a scaldare l’artiglieria pesante. Al 12’ un lampo della Lazio, Ledesma dribbla ottimamente al limite dell’area e scarica un destro siderale che Agazzi respinge malamente, tap in di Kozak che mette a lato di testa da due passi. I ragazzi di Reja continuano a spingere alla ricerca del pareggio, i rossoblu si difendono coi denti come dettame del proprio allenatore. L’ennesima punizione di Hernanes viene clamorosamente deviata sul palo dal neo entrato Floccari, poi il modulo a quattro punte proposto dall’allenatore goriziano non porta a nessuna azione pericolosa in oltre venti minuti di gioco. Brutta partita, il Cagliari vince ai punti e ferma la serie positiva di cinque risultati della Lazio.

CHIAVE – Il goal in comproprietà tra Acquafresca e Dias spezza l’equilibrio di una partita giocata a specchio dalle due squadre. Difese solide e attacchi sporadici, stesso credo ma risultato a favore dei sardi.

CHICCA – A fine primo tempo Robert Acquafresca si prende il microfono e pretende l’assegnazione del suo sesto goal in campionato. Un plauso e un premio particolare alla faccia tosta del centravanti…

MOVIOLA – Missiroli chiede un rigore ma Radu prende il pallone, giusti tutti i gialli assegnati.

TATTICA – Rossoblù con l’elastico 4-3-1-2 che in fase offensiva si trasforma con facilità nel raro 4-2-2-2 con Lazzari allineato a Cossu dietro gli attaccanti. Tanto lavoro per Conti e Biondini, quest’ ultimo chiamato ogni tanto anche a spingere data l’assenza di Pisano. Dopo il vantaggio Donadoni inserisce Nainggolan e Missiroli per Cossu e Acquafresca nel tentativo di limitare le folate avversarie. Biancocelesti con un “falso” 4-2-3-1, Gonzalez e Sculli fanno praticamente gli esterni mentre Hernanes appoggia spesso Kozak approfittando delle sponde del gigante ceco; un 4-4-1-1 che diventa 4-5-1 in fase di ripiegamento. A metà ripresa Reja tenta l’assedio con Floccari e Zarate in campo e il 4-2-1-3.

PROMOSSI&BOCCIATI – Eccellente un solidissimo Astori (Voto 7.5) che merita sicuramente la nazionale, Conti sbroglia parecchie mischie a metà campo e limita Hernanes ottimamente. Poco incisivo Lazzari, Cossu va a sprazzi. Nella Lazio grande prestazione di Ledesma che difende e attacca con intelligenza, brutta prestazione del resto della squadra con Berni che non dà mai sicurezza e la coppia Biava–Dias stranamente scricchiolante soprattutto nell’applicare il fuorigioco.

venerdì 25 febbraio 2011

Aspettando Cagliari-lazio, ultime notizie e formazioni


Donadoni può disporre di tutti i suoi effettivi, dopo che anche il belga Nainggolan si è definitivamente riaggregato al gruppo. Pertanto, contro la Lazio formazione-tipo per i rossoblu, con Cossu ad agire alle spalle di Nenè ed Acquafresca. L’unica variante potrebbe essere dettata da scelte tattiche più che tecniche: se il tecnico cagliaritano dovesse optare per il 4-3-2-1, Acquafresca cederebbe il posto a Lazzari.

In casa biancoceleste la novità più significativa è rappresentata dal rientro, con ogni probabilità, di Sergio Floccari nell’undici titolare. L’ex centravanti di Messina ed Atalanta sembra oramai essersi definitivamente lasciato alle spalle i problemi fisici e dovrebbe essere schierato in luogo di Kozak, in panchina al fianco di Maurito Zarate.

Anche a Cagliari, infatti, all’argentino sembra che Reja sia orientato a preferire Sculli. In mediana ancora out Brocchi, spazio a Ledesma e Matuzalem, mentre nel pacchetto arretrato laziale si rivede Radu. Muslera rientrerà presumibilmente nel derby, fra i pali fiducia a Berni.

CAGLIARI (4-3-1-2): Agazzi; Pisano, Canini, Astori, Agostini; Biondini, Conti, Nainggolan; Cossu; Acquafresca (Lazzari), Nenè.

LAZIO (4-2-3-1): Berni; Lichtsteiner, Dias, Biava, Radu; Ledesma, Matuzalem; Sculli, Hernanes, Gonzalez; Floccari.

Contro il Cagliari bi-regista e Floccari davanti


Domenica pomeriggio la Lazio scenderà in campo a Cagliari per una partita tutt'altro che agevole. I biancocelesti, però, abusando di una frase molto di moda, "dovranno giocare 12 finali" per blindare il loro ritorno in Champions League. Impossibile sarà inoltre "perdere vantaggio" nei confronti della Roma dato che, tra due settimane, all'Olimpico andrà in scena il derby.

Nella squadra che scenderà in campo domani, Edy Reja varerà il modulo 'a due registi', con Ledesma al fianco di Matuzalem. E' proprio il tecnico a confermare le proprie intenzioni: "Grazie alla coppia di registi Ledesma-Matuzalem abbiamo trovato un maggiore equilibrio nella costruzione del gioco. Ne beneficia anche Hernanes, che con quei due dietro si muove meglio sulla trequarti. È un assetto che avevamo già provato, ma è stato reso possibile dalla presenza di Gonzalez e Sculli sulle corsie esterne, due elementi che aiutano sia in fase offensiva che difensiva", si legge oggi sul 'Corriere dello Sport'.

In avanti, Kozak è destinato a sedere in panchina: Floccari tornerà così titolare dopo l'infortunio. Tra i pali ci sarà ancora Berni per via dell'infortunio capitato a Muslera che dovrebbe tornare giusto in tempo per il derby.

martedì 22 febbraio 2011

REJA a 360 gradi


È un Edy Reja a 360 gradi quello che si racconta a Lazio Style Radio. Dalla passione per il buon vino, alle strategie per portare questa Lazio sempre più vicina a quel sogno chiamato Champion’s League. Nella vita privata come nel calcio seguendo sempre e solo la sua strada. La vita romana del tecnico friulano si snoda tra passeggiate al chiaro di luna, cinema, teatro ma soprattutto Lazio, tanto che non si concede neanche il lunedì di riposo, almeno mentalmente: “Ho meditato sulla gara contro il Bari e sul prossimo impegno con il Cagliari. Ci aspettano con il dente avvelenato e dobbiamo arrivare preparati perché sarà una gara difficilissima”. Come un direttore d’orchestra dirige i suoi ragazzi e si prepara a stupire con un gran finale: l’Inter è a soli due punti dai biancocelesti e la vittoria contro il Bari ha permesso di archiviare con successo la prima delle tredici finali che aspettavano (ora sono dodici) la Lazio: “Abbiamo fatto un’ottima prestazione nel primo tempo, ma concretizzato troppo poco rispetto al numero di occasioni avute e sofferto troppo nelle battute finali. Ma sono soddisfatto dei tre punti e delle battute d’arresto delle inseguitrici. Dobbiamo continuare così, d’ora in avanti saranno tutte finali”.

Quell’inaspettato quanto sfortunato infortunio di Muslera nel riscaldamento pre gara ha lasciato spazio a Tommaso Berni, ma anche al riaffiorare di spettri che lo scorso anno avevano fatto temere il peggio: “Non mi era mai successo e ricordando la partita dello scorso anno contro il Bari ho pensato ‘Cominciamo bene!’. Ma Berni si è fatto trovare pronto, ho grande stima di lui sia come portiere che come uomo, è un grande leader nello spogliatoio”. Da stratega a sommelier, sempre con il solito umorismo di chi si prende sul serio ma mai troppo, il mister biancoceleste scherza sugli eccessi culinari del secondo portiere della Lazio: “Berni organizza le cene, seleziona i vini e le grappe. Infatti lo metto tutti i giorni sulla bilancia perché qualche bevutina in più se la fa! Io non bevo molto, mi piace più degustare i vini. Ai tifosi biancocelesti consiglierei un vino forte, un amarone”.

Nonostante critiche e fischi piovuti dagli spalti dell’Olimpico, Reja con caparbietà e dall’alta della sua trentennale esperienza di tecnico, sembra aver trovato quell’equilibrio e quella tanto agognata quadratura del cerchio che regali non solo risultati, ma anche buone prestazioni: “La difesa è una sicurezza: Dias e Biava stanno facendo un ottimo campionato, anche insieme a Lichtsteiner e Radu che arrivano spesso sul fondo e crossano. Ma la nostra difesa si fa già con gli attaccanti: fanno un buon filtro, la squadra gioca corta per poi ripartire e trovare la profondità. Grazie alla coppia di registi Ledesma-Matuzalem poi abbiamo trovato equilibrio per la costruzione del gioco e se Hernanes si muove bene sulla trequarti tutta la manovra ne trae beneficio. È un assetto che avevo già proposto ma si è reso possibile con Gonzalez e Sculli sulle corsie esterne che aiutano sia in fase offensiva che difensiva. Dobbiamo concretizzare di più”.

La rosa ampia di cui la Lazio dispone e che sarà fondamentale non per mollare nemmeno un centimetro in quest’ultimo scorcio del campionato, potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio con il rientro dei molti infortunati che vogliono guadagnarsi un posto da titolari; questo però non è un problema che sembra preoccupare Reja: “Quando le cose vanno bene anche chi non gioca è tranquillo. I ragazzi sono tolleranti ed intelligenti, c’è sintonia nello spogliatoio e capiscono che in campo ne scendono solo undici”.

Quando le cose invece vanno meno bene, in una piazza delicata e calda come quella di Roma, non esitano a piovere le critiche soprattutto quando la panchina spetta agli idoli della tifoseria come Hernanes e Zarate: “Hernanes lo devo gestire, non è in una condizione ottimale e non vorrei crollasse proprio alla fine. Purtroppo non ha mai avuto una sosta ma non posso dirgli ‘Vai a riposarti quindici giorni in montagna’!. Siamo entrati nel vivo del campionato ed è normale che lo debba gestire nel corso dell’anno sostituendolo quando è necessario”.

Domenica la Lazio dovrà affrontare la seconda finale di questo campionato. Dopo il successo contro il Bari, gli uomini di Reja si trovano ad affrontare il Cagliari di Donadoni, orfano di Matri ma con la qualità di Cossu: “Il Cagliari ha tanta qualità: Conti e Biondini sono ottimi giocatori tanto che quest’ultimo, come anche Lazzari, è stato cercato dalla Lazio anche se poi non si è fatto niente. Anche i due centrali sono bravi, poi ci sono Acquafresca e Nenè in avanti. Ora non c’è più Matri, ma il giocatore che temo di più è Cossu: ha tecnica, sa finalizzare e fa ottimi assist. Può metterci in difficoltà”.

Quando si dice corsi e ricorsi storici: nel 2004 sulla panchina del Cagliari c’era proprio Edy Reja, che riuscì a vincere con i sardi il campionato di serie B e a guadagnarsi la promozione in seria A: “Ho ricordi stupendi di quell’esperienza, abbiamo vinto il campionato facendo 81 gol. Poi avevo un rapporto splendido con Zola, il capitano. Era il tramite con lo spogliatoio, non ho mai trovato una persona così, un grande uomo ed un grande calciatore”.

Ormai i biancocelesti hanno di fatto gettato la maschera: da Ledesma a Lichsteiner, allo stesso Edy Reja. La parola Champion’s League non è più proibita nel quartier generale della Lazio ed ora bisognerà tenere gli occhi aperti sulle avversarie dirette: “Inter e Milan lasciamole da parte, Juventus e Roma hanno organici importanti ed i giallorossi con il nuovo tecnico credo non sbaglieranno più. L’Udinese insegue ma è il Napoli la squadra che sta meglio. Sta giocando un ottimo calcio, c’è entusiasmo ed ha due giocatori straorinari come Lavezzi e Cavani. Per la salvezza invece spero si salvi chi merita di più, anche se ho un po’ più di simpatia per il Brescia poiché ho trascorso due anni lì”.

BUON COMPLEANNO A LUCA MARCHEGIANI

LAZIO-BARI 1-0


La Lazio supera il Bari con un goal di Hernanes e si invola solitaria nella lotta al quarto posto, valevole per i preliminari di Champions League, complice i rallentamenti di Udinese, Roma e Juventus. Partita sbilanciata nettamente a favore della Lazio che passa in vantaggio dopo pochi minuti e martella la porta barese per tutto il resto della partita, senza tuttavia trovare la rete della sicurezza. Bari inesistente nella prima frazione di gioco, gli accorgimenti di Mutti portano a qualcosa nella ripresa ma tirando le somme rimane solo una grande occasione sciupata dal redivivo Donati.

FORMAZIONI – Edy Reja perde nel riscaldamento Fernando Muslera e al suo posto inserisce il suo secondo Tommaso Berni. Recupera invece Lichtsteiner sulla destra, Ledesma preferito a Brocchi e Mauro Zarate ancora una volta in panchina in favore di Sculli. Bortolo Mutti propone Okaka unica punta e centrocampo folto con Alvarez e Bentivoglio pronti a supportare l’ex giallorosso. Solo panchina per il talentuoso Rudolf.

PARTITA – Lazio subito in palla, squadra corta e aggressiva e Bari in netta difficoltà. Al 6’ i padroni di casa passano, Sculli riceve da Matuzalem e serve al centro Hernanes che al volo col destro fredda l’incolpevole Gillet. Il Bari è stordito, inerme, non spinge sulle fasce e centralmente viene schiacciato dal palleggio laziale. Hernanes è in giornata di grazia, il brasiliano sfiora il goal del raddoppio due volte ma sulla sua strada c’è l’attento Gillet. Lazio che domina il campo, comandata dal suo “Profeta” ispirato, al 28’ il talento di Recife si beve Gazzi in area e prova il destro a giro, Gillet compie la prima prodezza giornaliera. Prosegue la sfida nella sfida tra Hernanes e il portiere del Bari che prima va a togliere la punizione avversaria dall’angolino e successivamente neutralizza la botta al volo dell’asso laziale. Finisce il primo tempo, Lazio spettacolo ma partita ancora aperta.

Ripresa con gli stessi effettivi per la Lazio e Castillo al posto di Bentivoglio per il Bari. Pugliesi messi meglio in campo ma Lazio sempre pericolosa con lo straordinario Hernanes. Il brasiliano mette davanti al portiere prima Sculli, che spara malamente in curva, poi Kozak che defilato non riesce a centrare lo specchio della porta. I ragazzi di Mutti ci provano sporadicamente giocando sulle rare distrazioni della difesa capitolina. Al 12’ Dias spazza in qualche maniera l’area, la palla finisce tra i piedi di Donati che, pressato da Gonzalez, spara sui piedi del ben piazzato Berni. I romani riprendono subito le redini del gioco, le trame infinite dei biancocelesti non portano però al goal del raddoppio. Mutti sconvolge la propria squadra, dentro Ghezzal e Rudolf per un attacco a quattro punte d’arrembaggio. La Lazio trova subito il pertugio giusto per infilarsi in un Bari scoperto, il cross di Lichtsteiner è perfetto quanto il tap in al volo di Sculli, Gillet compie l’ennesima clamorosa parata della sua partita. Nel finale assedi disordinati da una parte e dall’altra, il risultato non cambia e la Lazio trova tre punti fondamentali.

CHIAVE – La posizione di Hernanes manda letteralmente in bambola la linea mediana del Bari, pensate un po’, studiata apposta da Mutti per imbrigliare il talento del brasiliano. Operazione fallita…

CHICCA – La sfida nella sfida che imbastiscono il brasiliano Hernanes e il portiere belga Gillet è quanto di più bello si possa ammirare. Il nazionale verdeoro mette in score ben nove conclusioni verso la porta ospite, l’estremo difensore dei galletti colleziona altrettante parate miste a prodezze che tengono a galla i suoi fino alla fine. Uno spettacolo vinto solo ai punti da “O Profeta”…

MOVIOLA – Pierpaoli non estrae il giallo per un fallaccio di Gazzi su Hernanes. Manca il secondo giallo a Donati per un fallo da dietro sullo stesso brasiliano.

TATTICA – Reja conferma il 4-5-1 vittorioso a Brescia con Sculli e Gonzalez pronti ad inserirsi sulle fasce. Kozak terminale unico, Ledesma e Matuzalem ancora insieme per dare maggiore qualità alla manovra. Mutti propone un modulo a specchio, 4-5-1 con Alvarez a destra pronto a fare male e Bentivoglio sulla sinistra ma sempre pronto ad accentrarsi. Mediana folta con Almiron, Gazzi e Donati pronti a raddoppiare su Hernanes. Nella ripresa Mutti passa prima al 4-4-2 e successivamente al 4-2-4, con Gazzi inventato centrale di difesa.

PROMOSSI&BOCCIATI – Nella bellissima Lazio di oggi spunta la straordinaria prestazione di Hernanes (Voto 8), onnipresente e sempre pericoloso con i suoi slalom e sassate dalla distanza. La regia di Matuzalem è sempre sapiente e precisa, il pacchetto difensivo non sbaglia mai un colpo e ritrova un super Radu. Zarate entra, sfiora il goal, ma gestisce male due palloni nel finale. Nei biancorossi sensazionale Jean François Gillet, un muro, Almiron dà segnali di vita nonostante non disputi una grande partita. Male Bentivoglio, sostituito, disastroso Rossi che svirgola quasi sempre i rilanci e non riesce mai a murare gli inserimenti di Hernanes.

venerdì 18 febbraio 2011

Formazioni di Lazio-Bari

La lazio anti-Bari: LIBOR convocato in nazionale, MUSLERA crede nella Champions


Libor ha stregato Reja ed è pronto a ricevere un altro riconoscimento. E Muslera assicura: «Crediamo nella Champions». Per il centravanti è in arrivo la chiamata del ct della Repubblica Ceca

ROMA - La chiamata sta arrivando: Kozak in Na­zionale maggiore. Il cittì della Repubblica Ceca, Michal Bilek, sarà all’Olimpico per Lazio-Bari, lo vuole studiare dal vivo. «Kozak è un bulldog - ha detto il tecnico alla stampa ceca -chiunque prova a levargli la palla si fa male. Sarò a Roma per La­zio- Bari, vale la pena vederlo gio­care. Per lui ci sono grandi possibi­lità di arrivare in Nazionale a par­tire dai prossimi impegni di mar­zo ». Bilek sarà in Monte Mario, Ko­zak sarà in campo a meno di sor­prese. La Repubblica Ceca il 25 e 29 marzo affronterà Spagna (in tra­sferta) e Liechtenstein (in casa), saranno due match validi per le qualificazioni a Euro 2012. Kozak spera di esser­ci, è il cannoniere dell’Under 21, vuole la promo­zione.

LE SCELTE -Reja sta plasmando la Lazio anti-Bari. Ieri ha fatto disputare un’amichevole contro gli Allievi Nazionali, ha mischiato le carte, ha schie­rato due squadre. Nella prima c’erano Scaloni,Stendardo, Dias e Radu. A centrocampo agivano Brocchi e Matuzalem, in avanti c’erano Gonzalez, Zarate e Del Nero (scortavano Floccari). La se­conda Lazio in difesa era formata da Campoli, Bia­va, Stendardo e Garrido. Sulla mediana Ledesma faceva coppia con Bresciano. Sulla trequarti c’era­no Foggia, Hernanes e Sculli (Kozak era il centra­vanti). Incrociando le formazioni si individua il ballottaggio tra Brocchi e Ledesma, uno dei due sarà il partner di Matuza­lem, mentre Kozak dovrebbe avere la meglio su Floccari.

Zarate è stato schie­rato come trequar­tista, può essere un segnale, per lui s’avvicina la seconda panchina di fila. Questo significa che Gonzalez e Sculli viaggia­no verso la conferma accanto ad Hernanes. Reja vorrebbe ripartire dagli uomini del blitz a Brescia.

I TERZINI -Capitolo terzini, c’è emergenza sulle fa­sce. Radu non è al top, conta di rientrare. Li­chtsteiner è stirato, ma se il romeno dovesse dareforfait lo svizzero proverebbe il recupero miraco­loso (altrimenti giocherà Scaloni accanto a Biava e Dias). A Lichtsteiner mercoledì è stato diagno­sticato uno stiramento di primo grado (coscia de­stra), a sorpresa ieri è sceso in campo. Ha effettua­to un lavoro atletico blando e qualche esercizio col pallone. Stephan è un robot, non si arrende:«Si è aperto un piccolo spiraglio», ha detto il medico so­ciale Salvatori. I conti si faranno tra oggi e domani in base alle con­dizioni dei due terzini. Il discorso è diverso per Mauri, potrebbe acco­modarsi in panchina. Il rientro in gruppo avverrà alle 15, pure lui ef­fettuerà un test. Niente da fare per Rocchi e Diakitè (il francese a di­sposizioneda martedì).

MUSLERA -In porta ci sarà Muslera, s’è unito al co­ro:«La Champions? Ci crediamo seriamente. Ci sono ancora tante partite da vincere a partire dal Bari», ha detto a Lazio Style Radio. Il peggio è pas­sato:«La Lazio, per blasone, vale dal primo al se­sto posto». L’amico Gonzalez va alla grande:«Ha la forza di chi viene dal basso». Nando si sente al sicuro con Dias e Biava:«Sono una sicurezza».

martedì 15 febbraio 2011

LEDESMA: "A Roma c'è sempre qualcosa che non va. Se si pareggia la Lazio doveva vincere, se si vince si doveva giocare meglio..."


Dopo Reja, anche Ledesma attacca la piazza: "A Roma c'è sempre qualcosa che non va. Se si pareggia la Lazio doveva vincere, se si vince si doveva giocare meglio..."
Il centrocampista polemico anche sulla presunta incompatibilità con Matuzalem: "C'è gente che si diverte a mettere in giro queste voci, noi ci ridiamo spesso sopra...".

Ma come si fa a criticare (addetti ai lavori, opinionisti locali) o a contestare (tifosi) una squadra che, partita con ben altri obiettivi dopo il fallimentare campionato scorso, è tuttora saldamente al terzo posto da sola in classifica?

E' questo il senso delle dichiarazioni tra il polemico e il rassegnato - "ormai ci sono abituato" - da parte di Edy Reja sia alla vigilia che nel dopo partita del match vinto dalla sua Lazio in casa del Brescia.

Le parole orgogliose del tecnico goriziano, che rivendica la bontà del suo lavoro e le "spalle larghe" che non gli difettano per lasciare fuori beniamini del pubblico come Hernanes e Zarate, trovano il controcanto da parte di Cristian Ledesma, che anch'egli non le manda a dire: "A Roma c'è sempre qualcosa che non va. Se si pareggia, va male perchè la Lazio doveva vincere per forza. Se si vince, va male perchè si doveva giocare meglio. Se si perde è un disastro. Così non va bene, ma tanto ormai lo sappiamo che è così...".

Il centrocampista italo-argentino elogia il sempre più prezioso Gonzalez - "Alvaro merita questa gioia, anche quando non giocava ha sempre continuato ad allenarsi con impegno" - e si toglie un altro sassolino riguardo alla presunta incompatibilità tattica con Matuzalem: "E' da molto tempo che abbiamo dimostrato di poter giocare insieme e non riesco a capire chi dice il contrario. C'è gente che si diverte a mettere in giro queste voci, ma noi siamo superiori a questo: siamo grandi amici e ci ridiamo spesso sopra. Con Rossi abbiamo giocato spesso insieme e mi sembra anche con ottimi risultati...".

Ledesma chiude sul 'caso' Zarate, con parole ancora una volta da leader: "Dobbiamo aiutarlo. Non è colpa sua, ma una questione di squadra. E' un grandissimo giocatore, con il tempo tornerà quello di una volta, dobbiamo solo aspettarlo. Noi abbiamo grande stima nei suoi confronti".

BRESCIA-LAZIO 0-2


Mito sfatato: la trasferta torna a sorridere alla Lazio, dopo circa 3 mesi in cui la compagine capitolina non riusciva a fare risultato fuori casa. Il gioco però latita ancora e da vera e propria provinciale si chiude dopo il vantaggio di Gonzalez lasciando totale campo ai padroni di casa, bravi a crederci e a mettere alle corde gli ospiti. Il raddoppio di Kozak spegne le speranze bresciane, nonostante il forcing finale.

FORMAZIONI – Iachini schiera il 3-5-1-1, con la difesa titolare, eccezion fatta per Sereni ancora out. A centrocampo è Filippini centralmente per l'acciaccato Zanetti. In avanti Diamanti dietro Eder, con Caracciolo influenzato e quindi nemmeno in panchina. Reja deve fare a meno di Radu a sinistra e ripropone Scaloni. In mezzo il nazionale Mauri va ancora in panchina, fiducia a Gonzalez che affianca la mediana composta da Ledesma e Matuzalem. Bocciatura per Zarate, sostituito da Sculli che insieme ad Hernanes supporta Kozak.

PARTITA – I biancocelesti provano a invertire il trend delle scorse gare, mostrando maggiore intraprendenza e impadronendosi presto del possesso palla e del gioco. Qualche lampo, ma come al solito poca concretezza e una manovra incolore e prima di schemi. Al 17’ però Lichtsteiner mette una gran palla in mezzo per la spizzata vincente del Tata Gonzalez, alla sua prima rete in A. Come una provinciale, la Lazio dopo il vantaggio si chiude in difesa, lasciando campo a un Brescia più determinato e meglio messo in campo, grazie anche all’ingresso della seconda punta Lanzafame. I biancocelesti subiscono senza reagire, i padroni di casa mettono radici nella metà campo avversaria, ma non si vedono per tutto il resto del primo tempo chiare occasioni da rete, anzi l’unica è ancora di Gonzalez, bravo ad approfittare di un errore bresciano e a cercare con un gran diagonale la doppietta, che però Arcari gli nega distendendosi bene a terra.

Il Brescia schiaccia la Lazio anche nella ripresa, creando pericoli col trio Diamanti-Lanzafame-Eder. Ma nonostante la spinta dei padroni di casa, è ancora la Lazio a passare, con una bella incornata di Kozak su cacio d’angolo. I biancocelesti giocano un po’ più tranquilli, ma è sempre il Brescia a tentare di tutto per creare pericoli a Muslera, senza riuscirci. Anche l’ingresso di Possanzini non aumenta il peso offensivo né le palle goal dei padroni di casa. Il Brescia cala e la Lazio governa il match con maggiore personalità. Zarate ha l’occasione di riscattare la partenza dalla panchina, ma sulla linea si salvano gli uomini di Iachini. Nel finale l’inevitabile forcing del Brescia, pericoloso con Eder che costringe Muslera all’unica autentica parate della partita dell’uruguaiano: deviazione ravvicinata su cross basso di Zabina e riflesso di piede del portierino biancoceleste. Nel recupero c’è ancora tempo per una punizione a giro di Diamanti che, deviata da Muslera, impatta la parte superiore della travesa.

CHIAVE – Il cinismo e l’attenzione difensiva laziali fanno la differenza contro un Brescia spuntato, nel quale l’assenza di Caracciolo in alcune gare pesa come un macigno.

CHICCA – Come il passaggio di Attila non faceva crescere più l’erba nella leggenda, così dove passa Kozak qualcuno si fa male. E ovviamente chi può ci marcia sopra, approfittando del condizionamento dell’arbitro e dell’opinione di tifosi e addetti ai lavori.

MOVIOLA – Un po’ di situazioni dubbie per Giannoccaro che comunque conferma di portare fortuna ai biancocelesti. Al di là dei cartellini, gestiti forse male anche a causa del nervosismo che si viene a creare in alcune occasioni, alcuni episodi potevano essere valutati meglio: un atterramento di Kozak in area fa gridare al rigore, ma forse ci doveva essere la punizione dal limite. Eder i scontra anca contro anca con Sculli, ma il rigore per il Brescia forse sarebbe stato generoso. Più discutibile invece il pugno teso di Lichtsteiner sul colpo di testa di Lanzafame, non sarebbe stata uno scandalo la concessione del tiro dagli 11 metri.

TATTICA – La mancanza di Caracciolo costringe Iachini alla singola punta. Eder però in mezzo ai colossi biancocelesti fatica a emergere. L’ingresso di un’altra distrazione come Lanzafame ravviva la fase offensiva di casa. Reja fa ancora rifiatare Mauri, lasciando spazio a Gonzalez, che dimostra di meritarlo. Molto meno invece Hernanes che non incide. L’accoppiata Matuzalem-Ledesma funziona questa volta.

PROMOSSI&BOCCIATI – Tra i più positivi nel Brescia c’è Diamanti che tra le linee semra sempre in grado di illuminare in qualsiasi momento. Zebina più utile in fase offensiva che difensiva, qualche pasticcio e un Kozak lasciato troppo libero di infilare di testa la seconda rete laziale. Gonzalez è il solito indemoniato, macina chilometri sulla destra e crea 2 delle 3 occasioni biancoceleste della partita, segnando anche la prima rete in serie A. Hernanes ancora nella nebbia più totale.

sabato 12 febbraio 2011

Formazione per Brescia-Lazio


Prosegue l’avvicinamento alla trasferta di Brescia in casa Lazio. Biava è tornato ad allenarsi con il resto dei compagni, dunque sarà disponibile, mentre Mauri e Lichtsteiner, reduci dagli impegni con le nazionali, hanno svolto un semplice lavoro di scarico. A Formello è tornato a lavorare anche Hernanes, dopo l’espulsione e le polemiche della Seleçao. L’allenamento si è aperto con una chiacchierata di Reja con i giocatori e si è chiuso con una partitella 7 contro 7 a metà campo.

giovedì 10 febbraio 2011

DIEGO in biancoceleste?


Secondo quanto riportato dal sito internet tedesco transfermark.de il Presidente della Lazio Claudio Lotito starebbe cercando di riportare in Italia il brasiliano Diego Ribas da Cunha. Sempre secondo quanto viene diffuso dal portale infatti, il trequartista non si sarebbe ambientato benissimo nel Wolfsburg e vedrebbe di buon occhio un eventuale ritorno nella penisola. Il talento brasiliano si potrebbe liberare con una cifra intorno ai 12 milioni di euro ma, stando alle indiscrezioni del sito tedesco, la Lazio avrebbe tentato di inserire nella trattativa, come parziale contropartita tecnica, il cartellino di Stefan Radu in modo da alleggerire considerevolmente l'investimento economico.

martedì 8 febbraio 2011

STENDARDO: "Champions? Difficile, penso fra le prime sei.."


Non crede nella Champions League il difensore della Lazio Stendardo. E’ lo stesso centrale ad ammetterlo a margine della 3/a edizione del premio Andrea Fortunato, svoltasi questa mattina in Campidoglio: «Sinceramente credo che la Champions sia fuori dalla nostra portata – ammette l’ex Juventus - perchè ci sono squadre più attrezzate. Ma arrivare tra le prime sei è un obiettivo possibile e sarebbe già un risultato importante».

Stendardo ha aggiunto: «Il nostro girone di andata è stato sopra le righe. Abbiamo ottenuto dei risultati al di là di ogni più rosea aspettativa. Ultimamente c'è stato un calo, più psicologico che fisico, ma credo sia normale. Ci manca ancora un pò di intensità, ma ci stiamo ritrovando».

Chiosa sul pareggio interno con il Chievo: «È stato un risultato giusto - ha concluso - loro hanno dimostrato di essere un'ottima squadra. Ora guardiamo avanti, la qualità non ci manca e ce la giocheremo fino alla fine»

REJA: "Non la buttiamo dentro"


Reja difende la sua Lazio dalle critiche, ma non i suoia attaccanti da qualche punzecchiatura della stampa. All'indomani del pareggio contro il Chievo a Roma il tecnico dei biancocelesti si rammarica ancora per non aver portato a casa i tre punti però non teme di scivolare indietro in classifica.

"Il campionato - ha detto Reja, premiato quest'oggi dalla stampa estera in Italia come migliore tecnico del 2010 - si sta muovendo soprattutto alle spalle, perchè le altre hanno accorciato le distanze. Ma non sono molto d'accordo con le critiche, la squadra con il Chievo ha fatto un buon primo tempo per intensità, nel secondo tempo non siamo arrivati in zona conclusiva come nel primo ma di fronte avevamo una squadra ben organizzata che ha creato parecchi problemi a diverse squadre".

"Dispiace perchè forse meritavamo miglior sorte, bastava solo un pò di attenzione e si poteva vincere. La Lazio poi non ha una bellissima tradizione con il Chievo, perdere dei punti in casa dispiace un pochino". Ma il mister biancoceleste non è d'accordo neanche con chi pensa che la Lazio sia stanca: "E' stato fatto un mezzo passo avanti, non sono d'accordo con le critiche che riguardano la condizione fisica, i 90' li hanno retti poi qualche volta devo fare il turnover, dare respiro a qualche giocatore che sta tirando la carretta, mi auguro di ritrovare un pò più di brillantezza con il passare del tempo".

Ed ecco che, dopo le paroline non carinissime su Zarate che 'non salta più l'uomo', fa capire che l'assenza di Floccari si sente fin troppo: "E' da un pò di tempo che creiamo più di qualche occasione ma viene meno la concretezza, non abbiamo sicuramente il bomber o giocatori forti che possano metter dentro il pallone. Anche quando stavamo bene si creava tanto ma non si segnava molto. Abbiamo fuori attaccanti importanti, poi quando li avrò recuperati potremo dire la nostra da qui alla fine del campionato".

LAZIO-CHIEVO 1-1


Non basta la rinascita del profeta Hernanes alla Lazio di un discutibile Edy Reja, capace di togliere dal campo Zarate e Hernanes appena dopo il pareggio del Chievo. La squadra di Pioli, dopo un primo tempo ai limiti della nullità, danno prima fastidio alla porta di Muslera e poi piazzano il colpo con Bostjan Cesar, abile a ribadire in rete un velenoso corner di Bogliacino. Ennesima occasione buttata al vento dalla Lazio, oramai consolidata eterna incompiuta anche grazie ad un mercato pressoché inesistente…

FORMAZIONI – Edy Reja ritrova il discusso Mauro Zarate e lo schiera al fianco dell’altrettanto discusso Libor Kozak, Ledesma si accomoda in panchina e lascia spazio al “professore” Matuzalem affiancato a sorpresa da Mark Bresciano. Stefano Pioli ridisegna il suo giocattolo per la sfida romana, dentro Frey e Sardo insieme per rinforzare la fascia destra, solo panchina per Kevin Constant.

PARTITA – Lazio decisamente più propositiva rispetto alle ultime uscite, Matuzalem rispetto a Ledesma gioca molto in verticale e la squadra crea maggiori pericoli. Kozak, nonostante la prevenzione arbitrale nei suoi confronti, si muove bene e costruisce la prima palla goal salvata sulla linea da Frey e successivamente scarica il destro sul corpo di Sorrentino. Si vedono poco i clivensi, troppo schiacciati dietro col modulo iper difensivo di Pioli, solo Pellissier impensierisce Biava costretto spesso al fallo. Frizzante il rientro di Zarate, l’argentino sfiora il goal dopo la solita serpentina ma il suo sinistro nell’angolino basso trova pronto Sorrentino; sul corner successivo stacco vincente di Dias, ennesimo salvataggio sulla linea di Fernandes. Baracani concede due minuti di recupero, tutti pronti per il the caldo ma Hernanes all’ultimo respiro decide di spedire nell’angolo lontano una micidiale punizione da trenta metri dove Sorrentino non può arrivare. 1-0 e capriole in serie per il brasiliano.

Inizia la ripresa, Chievo molto pericoloso sin dai primi minuti di gioco e Lazio leggermente troppo arretrata. Muslera comincia la sua attività di portiere su una zuccata centrale di Fernandes dopo una bella rovesciata di Bogliacino. Al 19’ Matuzalem subisce fallo da Jokic, Baracani non fischia e il Chievo guadagna successivamente un corner; angolo basso e insidioso, Cesar è al posto giusto e insacca da due passi il goal del pareggio. Reja non ci sta e decide di cambiare qualcosa, dentro Sculli e Mauri e fuori, udite udite, Hernanes e Zarate. La Lazio perde forza offensiva e imprevedibilità, Sculli ciabatta una buona occasione e Bresciano spara sul raccordo anulare un destro da ottima posizione. Lo stesso australiano, propositivo, calcia fuori di poco l’ultima occasione della partita su calcio di punizione. La Lazio si rifiuta di fare la grande e impatta contro un coriaceo Chievo che conferma il proprio momento positivo.

CHIAVE – I calci piazzati fanno da padroni nella soleggiata giornata romana, prima Hernanes sblocca la partita con una punizione al limite della magnificenza, poi Cesar la chiude sugli sviluppi di un calcio d’angolo.

CHICCA – Corre il minuto numero ventidue quando l’arbitro Baracani interrompe improvvisamente il gioco in mezzo allo stupore generale. Nessun intervento falloso dei ventidue in campo, ma bensì una gomitata dello stesso direttore di gara a Brocchi che stramazza al suolo: nessun cartellino, meriterebbe però il rosso…

MOVIOLA – Biava abbatte Pellissier lanciato a rete ma c’è Lichtsteiner a fianco ad evitare il rosso, giusto il giallo. Fallo di mani al limite dell’area di Biava, Baracani decide per l’involontarietà. Il corner goal del Chievo nasce da un fallo di Jokic su Matuzalem non fischiato da Baracani.

TATTICA – Lazio in campo con il 4-3-1-2 “trasformista”, pronto a diventare 4-2-3-1 con i movimenti di Bresciano e Zarate. Dopo il pareggio ospite, Reja inserisce Sculli per Hernanes e passa al 4-3-3 con il calabrese e Zarate esterni offensivi, schema che dura pochi minuti dato l’ingresso di Mauri al posto dell’argentino. Chievo con un inedito 5-3-2 con Sardo terzino e Frey centrale aggiunto ed entrambi pronti a raddoppiare su Zarate. Bogliacino regista decentrato, Guana mediano davanti alla difesa.

PROMOSSI&BOCCIATI – Nei padroni di casa solita grande prestazione di André Dias, Matuzalem per oltre un’ora detta i tempi della manovra con intelligenza e precisione. Zarate a sprazzi, Scaloni ne combina troppe rispetto alle cose buone. Citazione particolare per gli improponibili cambi del tecnico Reja. Nei clivensi ottima prestazione di Cesar sia in fase difensiva che offensiva, Fernandes si applica ottimamente alla distruzione del gioco avversario. Male Moscardelli, troppo impreciso, Guana ne azzecca veramente poche fino alla sostituzione.

mercoledì 2 febbraio 2011

REJA: "Cuore e carattere, che squadra!"


"Buttalo via... un pareggio a San Siro". Potremmo prendere in prestito un tipico detto romano per commentare il risultato ottenuto dalla Lazio contro il Milan. E' sostanzialmente anche il pensiero di Mister Reja, che non nasconde le difficoltà e non nega un pizzico di fortuna, ma rende merito ai suoi giocatori: "Abbiamo avuto qualche difficoltà, nel primo tempo abbiamo provato a fare qualche ripartenza, ma noi avevamo per 10/11 la stessa formazione di sabato. La nostra idea era quella di difenderci e ripartire, ma quando fai tante gare ravvicinate, diventa difficile avere risorse. Noi di solito facciamo girare più palla, ma oggi non avevamo neanche le caratteristiche per farlo, ci mancavano diversi giocatori in grado di fare quel tipo di lavoro".

Non è stata una Lazio troppo difensiva? "Non avevamo intenzione di fare barricate, ma il Milan è una grande squadra e se ti costringe a difenderti, noi sappiamo farlo molto bene. Abbiamo fatto un punto importante, anche grazie alla buona sorte, ma ci vuole se vuoi fare risultato a San Siro. Non si può pretendere che il Milan vinca sempre, ha anche molte assenze, quando recupererà tutti gli uomini, tornerà ad essere la maggiore candidata allo Scudetto insieme all'Inter".

E' comunque una squadra ritrovata? "Sì, abbiamo ritrovato lo spirito giusto, quello che avevamo un po' perso nelle ultime gare, ora miglioreremo anche dal punto di vista tecnico e recupereremo anche giocatori importanti. Abbiamo balbettato con squadre di media-bassa classifica, nelle partite in cui gli stimoli vengono da soli, invece, non abbiamo mai avuto problemi. Se affrontiamo tutte le gare col piglio giusto, noi ce la possiamo giocare contro chiunque".

Si è innamorato di Kozak? "Gli ho sempre voluto bene, volevano mandarmelo via già in estate, invece ho voluto vederlo e poi ho deciso di tenerlo. Mi dispiace per lo scontro con Legrottaglie, ma lui è un bravo ragazzo, non ha fatto apposta, è stato un incidente. Chiedo scusa per lui, ma sono sicuro che semplicemente non ha fatto in tempo a levare la gamba, nessuno può dare volontariamente una ginocchiata in testa all'avversario, tanto meno un ragazzo buono come lui.”.

MILAN-LAZIO 0-0


La Lazio si copre, rinuncia quasi ad attaccare, soffre molto ma alla fine riesce a strappare un pareggio ad un Milan che deve rammaricarsi per le tante opportunità sprecate. Ibra e compagni ci hanno provato, hanno avuto anche sfortuna ma non sono riusciti a battere Muslera. Il campionato ha nuova linfa. Il Milan non scappa.

FORMAZIONI – Milan ancora rimaneggiato e costretto a riproporre Thiago Silva a centrocampo. Con il brasiliano Emanuelson ed il rientrante Flamini. In difesa coppia centrale Yespes Bonera. In attacco Pato prende il posto di Cassano con Robinho confermato trequartista. Nella Lazio torna Hernanes dal primo minuto. In attacco fuori Zarate, squalificato e Floccari infortunato, fiducia alla coppia Sculli Kozak. Mauri parte dalla panchina, Reja da ancora spazio a Gonzalez.

PARTITA – Una bella conclusione rasoterra di Ledesma ed una pronta risposta di Abbiati inaugurano la sfida. Nonostante questo confortante avvio, la Lazio si chiude quasi subito in difesa lasciando l’iniziativa al Milan. I rossoneri attaccano senza trovare però gli spazi giusti. Al 21’ occasione per Flamini e palla sopra la traversa. Non una gran partita. Gioco molto spezzettato e tantissimi errori di misura da una parte e dall’altra. La manovra del Milan è troppo lenta e per la difesa laziale è abbastanza semplice tenere a bada gli attaccanti. La linea molto alta voluta da Reja regala anche tanto lavoro all’assistente dell’arbitro. Al 34’ super opportunità per Emanuelson che sbaglia tutto e calcia alto.

La ripresa inizia con l’esordio di Legrottaglie. Bonera, infortunato, rimane negli spogliatoi. Al 51’ la più grande occasione da gol di tutta la partita. Tiro di Ibrahimovic palo di destra e palo di sinistra. La palla non entra ed ai tifosi rossoneri rimane l’urlo in gola. Subito dopo opportunità per Flamini e poi ancora per Ibra. Milan vicinissimo al vantaggio. La Lazio prova qualche azione ma non è pericolosa. Lo è invece la squadra di Allegri che però spreca le ennesime palle gol con Robinho. Il brasiliano prima calcia male e poi trova la respinta sulla linea di Biava. Il finale è un assedio rossonero. Emanuelson prova due conclusioni ma la mira è sbagliata. La squadra di Allegri ci prova fino all’ultimo ma non c’è niente da fare. La Lazio resiste e conquista un importante pareggio.

CHIAVE – La Lazio imposta la partita totalmente sulla difensiva. Squadra chiusa, pochi spazi da concedere e molta corsa. La tattica, nonostante il Milan abbia molte occasioni, alla fine paga.

CHICCA – Ibrahimovic non è un giocatore normale e lo dimostra anche nell’errore. Bel tiro in porta e doppio palo clamoroso. Non è una cosa facile da fare. Zlatan però può riuscirci.

TATTICA – La manovra del Milan è un po’ arrugginita. Thiago Silva non è un playmaker e Robinho non è un trequartista. La spiegazione è tutta in queste due verità. Quello della Lazio inizialmente è praticamente un 4-5-1 con Sculli che sta basso sulla sinistra e con Hernanes leggermente più avanzato rispetto ai suoi compagni alle spalle di Kozak. Verso metà del primo tempo Reja avanza Sculli per una Lazio più offensiva.

MOVIOLA – Discreta conduzione di Damato che forse pecca nel non estrarre qualche cartellino giallo in più. Per gli assistenti un paio di fuorigioco, al limite, valutati male.

PROMOSSI&BOCCIATI – Yepes (Voto 6.5) è un guerriero. San Siro lo ha già eletto ad idolo. Pato (Voto 5) fuori dal gioco non è fatto per dialogare con Ibrahimovic (Voto 6). Altra brutta prestazione per il papero. Biava (voto 6) premiato per aver avuto il merito di salvare sulla linea il tiro di Robinho (Voto 6). Gonzalez (Voto 4.5) è lontano parente del buon vecchio Speedy. Inizia sbagliando due palloni clamorosi e poi sparisce dalla partita.