martedì 8 novembre 2011

LAZIO-PARMA 1-0


La Lazio vola in testa alla classifica assieme all'Udinese. L’1-0 finale è figlio di una giocata personale di Klose e dell’opportunismo di Kozak e Sculli, che dimostrano al loro allenatore il loro potenziale come alternative in attacco.

FORMAZIONI – Reja schiera il suo ormai consolidato 4-3-1-2 con Hernanes vertice alto del rombo del centrocampo composto dai soliti noti: Brocchi, Ledesma e Lulic. Il brasiliano è l’incaricato di fare da guastafeste tra le linee per rifornire il duo d’attacco Klose – Cissé. In difesa Diakitè sostituisce l’indisponibile Biava.

Colomba risponde attrezzando un 4-4-2 nel quale il solo Giovinco è libero di spaziare in attacco per coadiuvare il centravanti Pellè che prende il posto di Floccari. La fascia destra con Zaccardo–Biabiany e la sinistra con Gobbi–Modesto assicurano copertura e spinta, mentre in mezzo al campo Galloppa e Morrone sono chiamati a fare filtro.

PARTITA – Il Parma, senza timori reverenziali, gioca sbarazzino spingendo subito sulll’acceleratore e dopo soli 30 secondi Diakitè deve allontanare un pallone pericoloso messo in mezzo da Morrone dopo un’uscita poco sicura di Marchetti. Pellè è chiamato spesso a fare l’elastico ed a creare spazio per gli inserimenti da dietro. Gli ospiti fanno la partita e la Lazio si fa vedere solo intorno al 20’ con un colpo di testa di Cissé che mette a lato un corner di Hernanes dalla destra. Da lì i ragazzi di Reja si scuotono e Konko spreca mettendo in mezzo un pallone che non è né carne né pesce per Cissè, che nemmeno ci crede troppo. Sempre Hernanes scalda Mirante che si oppone a una punizione dal limite e, sul corner susseguente, Lulic colpisce la traversa.

Gli uomini di Colomba si affidano alle iniziative di Giovinco che al 37’ innesca alla grande Pellè, il quale, però, perde l’attimo e si lascia sopraffare dal ritorno dell’ottimo Diakitè. La Lazio è disordinata e Cissé è costretto a girare al largo per dare maggior spazio a Klose in area, ma il francese appare svogliato e poco efficace. Il primo tempo però vede il Parma pareggiare il conto dei legni: su un corner di Giovinco è Biabiany a svettare e colpire la traversa a Marchetti battuto. Nessuna delle due squadre trova il bandolo della matassa e gli attacchi sono costituti da semplici scaramucce in alternanza, che portano i giocatori al riposo sullo 0-0.

La ripresa vede Reja puntare su un attaccante duttile come Sculli al posto di un grigio Lulic. Colomba risponde sorprendendo tutti inserendo Valiani per Giovinco, puntando dunque su un centrocampo a cinque. Il Parma punta più sull’ordine tattico che sulla fantasia e si rende protagonista di buoni acuti, soprattutto sulla fascia destra, dove il neo entrato Valiani e Biabiany combinano bene tra loro, senza però creare a Marchetti problemi seri. La Lazio non ha idee nonostante il cambio di modulo che vede Sculli e Cissé larghi sulle fasce. E’ proprio il francese l’arma principale dei padroni di casa: le sue scorribande sulla destra creano grattacapi a Gobbi ma non vengono finalizzati da un Klose poco ispirato.

Su uno dei tanti cross dalla sinistra effettuati da Modesto, sporcato dalla difesa laziale, Zaccardo spara in curva dopo essersi ritrovato il pallone tra i piedi a due passi da Marchetti, seppur in posizione defilata. Ad un quarto d’ora dalla fine Reja decide di cambiare nuovamente modulo: passa al 4-4-2 dando spazio a Gonzalez per Hernanes, mentre tra i gialloblù Blasi entre per Galloppa con lo scopo di dare maggior copertura in mediana. L’ingresso di Kozak per Cissè è intenzionato a dare maggiore incisività in area e la mossa da i frutti sperati: Klose, finora in ombra, taglia in due la difesa con un’azione personale e mette un pallone preciso per l’attaccante ceco che a botta sicura vede Zaccardo sostituirsi a Mirante salvando sulla linea, ma sulla ribattuta Sculli è il più lesto ed appoggia comodamente facendo esplodere l’Olimpico.

Il Parma non ha né l’energia né le idee per reagire e non crea problemi ai padroni di casa, i quali amministrano il gioco e si rendono nuovamente pericolosi con un’incursione di Brocchi, tra i più attivi in campo, e una conclusione da fuori di Gonzalez. Gli ospiti ci provano all’ultimo con una sortita disperata di Biabiany ma Diakité dimostra di essere in stato di grazia ed evita spiacevoli sorprese ai suoi. I biancocelesti portano a casa tre punti dopo un’incontro deciso da un episodio e si portano in testa alla classifica, a braccetto con l’Udinese.

CHIAVE – Kozak e Sculli, entrati dalla panchina, scrivono a quattro mani la sinfonia della vittoria, con l’aiuto del paroliere Klose che li ispira. Le sostituzioni danno ragione a Reja, che oggi non ha trovato in Hernanes la scintilla decisiva e si è, dunque, affidato al doppio centravanti per scardinare l’ostica difesa parmense.

CHICCA – Diakitè, rispolverato per l’assenza di Biava, non commette sbavature in difesa ed annulla Pellè, sia nelle azioni palla al piede sia sui colpi di testa. Il francese dà segnali positivi a Reja, che può contare su di lui.

TATTICA – Hernanes è costretto fin da subito ad arretrare molto per orchestrare le azioni offensive, a causa dell’ottima copertura di Galloppa e Morrone in mediana, che non gli permettono di ricevere palla tra le linee. Il Parma si copre bene e riparte in scioltezza ma Pellè non riesce a pungere in area e fa rimpiangere Floccari. Giovinco si distingue per i suoi soliti spunti nel primo tempo, ma viene sostituito ad inizio primo tempo ed il Parma perde vivacità ed imprevedibilità in attacco, basandosi sulla superiorità a centrocampo, che tuttavia sfocia in una sterilità globale al momento di attaccare.

La Lazio trova la via del goal a 7 minuti dal novantesimo, quando cambia modulo e punta sull’offensiva diretta in piena area. Il modulo laziale cambia dal 4-3-1-2 al 4-4-2 e sortisce gli effetti sperati.

MOVIOLA – Il pubblico dell’Olimpico protesta a gran voce per la mancata ammonizione di Pellè dopo uno sgambetto da tergo ai danni di Ledesma. Per il resto il signor De Marco gestisce una partita non cattiva e poco polemica.

PROMOSSI & BOCCIATI – Konko è tra i più attivi e presidia bene l’out destro in entrambe le fasi e Diakité si erge come una roccia a difesa della porta di Marchetti. Klose, dopo 80 minuti impalpabili, dimostra le sue qualità creando dal nulla il gol decisivo: un campione si vede anche da questo. Pellè si limita a fare da sponda per gli inserimenti dei centrocampisti, ma sparisce quando c’è da incidere, mentre Paletta e Lucarelli si lasciano travolgere da Klose nell’occasione del goal.

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