giovedì 15 dicembre 2011

LAZIO-SPORTING LISBONA 2-0



La Lazio batte lo Sporting Lisbona 2-0 e ringrazia lo Zurigo, che ha superato il Vaslui con identico punteggio e consentito ai biancocelesti di spezzare il trend negativo nei gironi europei, fatali ai biancocelesti dal 2001. Decidono Kozak di testa e Sculli, dopo una meravigliosa cavalcata di Diakité.

FORMAZIONI - La Lazio è ormai in perenne emergenza. Reja tra assenze forzate ed un minimo di turn over deve inventarsi la formazione. Il forfait di Rocchi all’ultimo momento induce il
goriziano ad assegnare una maglia da titolare per la prima volta in stagione a Kozak. Al pari del ceco esordisce anche Cavanda, mentre tra i pali il recuperato Bizzarri prende il posto dell’infortunato Marchetti. Straordinari per Lulic, oggi terzino sinistro, Ledesma ed Hernanes.

Nello Sporting già qualificato molti titolari sono a riposo. Paciencia si affida a Bojinov per far male ai biancocelesti. A sostegno del centravanti bulgaro ci sono Carrillo e Rubio, mentre al centro della difesa c’è l’ex milanista Onyewu.

CRONACA - Il primo tempo è quasi un soliloquio della Lazio, che inizia con il piglio di chi sa che non ha alternative alla vittoria. Lo Sporting, al contrario, non sembra voler fare molto più del suo compitino. I biancocelesti, tuttavia, non traducono la superiorità nella zona mediana del campo in effettive occasioni da rete. Solo al quarto d’ora un’azione personale di Hernanes mette Kozak in condizione di pungere, ma Onyewu in scivolata è prodigioso nell’anticipare il ceco.

Dall’altro lato tutti i tentativi dei portoghesi si infrangono sul roccioso Diakité, che domina la linea mediana con interventi decisi e puntuali. L’agilità di Sculli mette in imbarazzo ripetutamente la difesa ospite, ma come spesso gli accade il calabrese si perde nel momento decisivo e non serve a dovere Hernanes e Kozak, pronti a colpire da posizione invitante. La spinta laziale sembra affievolirsi, ma nel finale di tempo gli uomini di Reja hanno un sussulto. Prima Kozak perde l’attimo per battere a rete, pescato da un assist in profondità di Ledesma, poi lo stesso centravanti schiaccia di testa alle spalle di Marcelo un cross al bacio di Lulic e sigla l’1-0, sul quale si va al riposo.

Il secondo tempo si apre con un brivido per la Lazio, un po’ disattenta in difesa. Bojinov sfonda in area e viene chiuso sul primo palo da Bizzarri. Lo Sporting ci prende gusto e con alcune conclusioni dalla distanza prova ad impensierire il portiere argentino. Reja capisce che a sinistra Carrillo inizia a godere di troppa libertà ed inserisce Gonzalez per dare una mano a Cavanda. A togliere qualsiasi tipo di ansia al suo allenatore ci pensa, tuttavia, Diakité che recupera palla a metà campo, supera di forza un paio di avversari e serve Sculli a tu per tu con Marcelo per il raddoppio che l’ex genoano non può proprio mancare.

Il goal ha l’effetto di addormentare il match, sebbene lo stesso Sculli sfiori il 3-0 da fuori. Parte la girandola dei cambi, con la quale Zampa ha modo di esordire con la prima squadra, ma la notizia che tutti attendevano arriva da Zurigo, dove Margairaz porta in vantaggio gli svizzeri sul Vaslui, avvicinando la Lazio alla qualificazione ai sedicesimi. Il finale è accademia pura e anche sugli spalti tutti sembrano interessati più alle notizie provenienti dal Letzigrund, che alle battute finali di Lazio-Sporting. Passa così quasi inosservata la violenta punizione di Bojinov a pochi istanti dal 90' e la superba risposta di Bizzarri. Al 90' arriva anche il raddoppio dello Zurigo. Alla Lazio non resta che aspettare il triplice fischio di Dean ed esultare per una qualificazione che si era maledettamente complicata dopo lo 0-0 in Romania di 13 giorni fa.

CHIAVE - Inutile nasconderlo, la differenza tra Lazio e Sporting l'hanno fatta le motivazioni. I biancocelesti hanno giocato con il coltello tra i denti sin dai primi minuti e malgrado qualche problema nella fase centrale del primo tempo e i piccoli rischi di inizio ripresa hanno dominato in lungo e largo il match. I lusitani, invece, sono apparsi privi di mordente e con la testa altrove, sebbene abbiano disputato la loro onesta partita.

CHICCA - La Lazio rompe l'incantesimo dei gironi europei. Era dalla Champions 2000-2001 che i biancocelesti non li superavano. In quell'occasione la squadra allenata da Eriksson finì
seconda alle spalle dell'Arsenal, ma davanti a Sparta Praga e Shakthar Donetsk. In seguito nella stessa edizione i romani furono eliminati nel raggruppamento che comprendeva
Real Madrid, Leeds ed Anderlecht. Nelle stagioni successive, i biancocelesti sono entrati altre 3 volte nella massima competizione europea ed hanno sempre chiuso il girone all'ultimo posto. Cattiva sorte anche nelle due partecipazioni alla Coppa Uefa/Europa League, i cui gironi hanno nuovamente messo knockout la Lazio. Kozak e Sculli, con il preziosissimo aiuto di Margairaz e Buff, hanno finalmente sfatato il tabù.

TATTICA - Reja deve tornare al 4-2-3-1, con un atteggiamento tattico che a tratti sembra fin troppo sbilanciato in avanti. Lo schema con la batteria di fantasisti alle spalle della punta
propone in realtà 3 attaccanti di ruolo, più Hernanes e l'aggiunta di 2 terzini nella linea difensiva molto più votati alla spinta piuttosto che alla copertura. Dall'altro lato il peso offensivo è tutto sulle spalle di Bojinov, mal supportato dai centrocampisti schierati da Domingos Paciencia. Gli unici problemi la Lazio li ha infatti avuti quando Carrillo ha provato a mettersi in luce, ma per fortuna dell'undici capitolino il peruviano lo ha fatto in poche circostanze.

MOVIOLA - Il goal del vantaggio della Lazio sembra viziato da una posizione di millimetrico fuorigioco di Kozak nel momento in cui Lulic calcia il cross decisivo. Per il resto poco o
nulla da segnalare, anche perché in campo di agonismo, soprattutto dopo il raddoppio di Sculli ce n'è stato davvero poco.

PROMOSSI&BOCCIATI - Nella Lazio è da premiare lo spirito di tutta la squadra, sempre concentrati gli uomini di Reja, nonché pronti a correre anche per l'avversario. Accontentato il mister che aveva chiesto la partita della vita. Una citazione particolare la merita Diakité, monumentale negli interventi difensivi e travolgente nell'azione del 2-0. Molto bene anche gli
esordienti Cavanda e Kozak, andato anche in goal. Sculli ha fatto il diavolo a quattro. Nello Sporting a tratti si è fatto vedere Carrillo, mentre nella retroguardia buona prestazione per Onyewu. Gli altri un po' svogliati e senza la giusta cattiveria agonistica.

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