giovedì 2 febbraio 2012

Tommy-gol l’intramontabile, Giordano si avvicina


ROMA – C’era solo lui in attacco, erano finite le punte, ha giocato per due, per tre, per tutti. Fantastico! Un sinistro a bruciapelo, il 2-0 al Milan, il primo gol ai rossoneri, gli aveva segnato solo con l’Empoli: «Di solito non mi portava bene». Un bolide al volo che ha bruciato Abbiati, la rete numero 99 in serie A. Cisse via, Klose fuori, è stata la grande notte di Tommaso Rocchi, mister 105 reti con la Lazio, non tradisce mai, ora è a meno tre da Bruno Giordano nella classifica dei marcatori biancocelesti all time e la rincorsa continua: «Lo vedo, voglio raggiungerlo, ma non contano i record personali. L’assenza di Klose? E’ uno importante, ma noi volevamo vincere lo stesso, è stata una grandissima partita. Stiamo dimostrando di essere forti, vogliamo rimanere in alto il più possibile. Siamo stati compatti, abbiamo sfruttato le ripartenze. Stiamo giocando ogni tre giorni, è difficile tenere la concentrazione al massimo. Oggi non siamo i campioni del mondo così come non eravamo scarsi a Siena».

IL RACCONTO – E’ il capitano, è il bomber che non passa mai di moda, che non perde il fiuto sotto porta, che si carica la Lazio sulle spalle quando serve, quando il mercato delude, quando infuria la contestazione contro la società, quando le scorte in attacco finiscono, quando servono vittorie pesanti. E’ sempre Tommy-gol, un numero 9 che ha fatto la storia della Lazio moderna e che è rimasto al suo posto scavalcando concorrenti e aspiranti successori. Hanno provato a toglierli il posto, non ci sono riusciti. Hanno provato a metterlo in panchina, non ce l’hanno fatta. Alla fine ogni allenatore s’è affidato a Tommaso Rocchi e lui ha resistito alle mode del momento. A parte il fenomeno Klose la Lazio nel tempo ha scelto gente come Zarate, Cruz, Floccari e Cisse, ma il mito di Tommy-gol non è mai tramontato. E’ sempre lì, in area di rigore, pronto a colpire, pronto a far volare la sua squadra del cuore. E’ sempre lì, con la maglia biancoceleste addosso, una seconda pelle.

IL VELO – Rocchi goleador, Rocchi uomo squadra, Rocchi suggeritore, Rocchi unica punta a disposizione della Lazio ieri sera. Prima di mandare Abbiati gambe all’aria s’è pure inventato un velo bellissimo che ha smarcato Hernanes (dopo il passaggio di Gonzalez) e gli ha permesso di trafiggere il portiere rossonero. Rocchi ha fatto il centravanti nel 4-2-3-1, è stato il punto di riferimento dell’attacco, era reduce da tante (troppe) partite giocate di fila, non si è mai fermato ultimamente, è più forte della fatica. Cisse era stato accantonato e Reja si è affidato ad occhi chiusi a Tommasino: ha segnato 5 gol in 10 presenze firmate in questa serie A, in totale ha siglato 8 reti in 18 partite stagionali, ha medie altissime. Ha saltato i primi mesi di campionato, era relegato in panchina, in vetrina c’erano Klose e Cisse. Rocchi ha atteso il suo turno, ha fatto valere i suoi diritti con rispetto verso i compagni, ha chiesto di parlare con Reja, l’ha convinto a dargli fiducia a suon di prestazioni. Gol di Rocchi, un sinistro potentissimo. Si è involato sotto la Nord per festeggiare, ha raccolto l’applauso della sua gente, dei suoi tifosi: «Tommaso Rocchiiii…», ha cantato la Curva a squarciagola. E’ stato festeggiato da tutta la squadra, è stato sommerso dagli abbracci e Reja gli ha concesso la standing ovation a fine partita, tutto lo stadio si è alzato in piedi per applaudirlo, il tecnico gli ha dato il “cinque” in segno di ringraziamento. Prima del match contro il Milan il capitano aveva sfiorato il tema mercato: «E’ normale che ci sia un po’ di malumore, dobbiamo pensare al campo, ci si aspettava qualcosa di più che non c’è stata, non è facile fare trattative, non mi va molto di parlarne. Candreva è della Roma? Cercheremo di fargli cambiare squadra». Aveva voglia di gol.

Rassegna stampa a cura di Lazialità tratta da il Corriere dello Sport

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