lunedì 3 settembre 2012

La rinascita di CANDREVA

E chi poteva immaginarselo. Quel lontano 31 gennaio dell’anno in corso, quel senso di amaro in bocca alla chiusura del mercato. Honda sfumato, al suo posto, in super extremis, ecco Antonio Candreva. Si scatena la protesta: Candreva è romanista, Candreva non merita la Lazio. Si va giù pesante col ragazzo cresciuto a Tor de Cenci, e Antonio subisce il clima ostile che ha intorno producendo prestazioni certamente da non ricordare. Sembrava il lontano cugino di quel Candreva visto con la Juventus e convocato in Nazionale da Lippi. Poi la rinascita: va a segno contro Napoli, Novara ed Inter e fornisce prestazioni esaltanti. Viene riscattato a 1,7 milioni e promette di diventare un idolo: “Voglio essere come Rocchi per questa squadra”, disse qualche mese fa in conferenza. Il campo gli sta dando ragione, dopo le amichevoli esaltanti inizia col botto anche in campionato. Ieri gol mostruoso, ma Candreva non è solo quel gol: macina gioco come pochi, il romano, corre come un forsennato, vede il gioco e fa girare palla, crea superiorità numerica. Un vero gioiello, considerando quanto sia stato pagato. Ora Candreva ha 25 anni e, dopo aver rischiato di cadere nell’oblio del calcio italiano, è pronto a riprendersi tutto in grande stile, Nazionale compresa. Una cosa se l’è presa davvero, e quella è la stima dei tifosi: tanti si sarebbero abbattuti dopo un’accoglienza tale, ma lui no. Ieri corsa forsennata sotto la curva con annesso bacio della maglia e abbraccio al capitano Tommaso Rocchi, abbraccio che sembrava quasi un passaggio di consegna. Sta diventando un idolo assoluto, Antonio, ora più nessuno oserebbe fischiarlo. Trasformare i fischi in applausi è quasi più arduo che trasformare l’acqua in vino, e Antonio ha voluto strafare, trasformando i fischi, non in applausi, ma in ovazioni vere e proprie, impresa a dir poco divina. Questo è Candreva: da romanista (presunto) a laziale (vero).

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