mercoledì 17 ottobre 2012

ITALIA-DANIMARCA 3-1


MILANO - Gli azzurri battono la Danimarca 3 a 1. Nonostante l'inferiorità numerica per l'espulsione di Osvaldo dopo soli 16'' della ripresa, l'Italia vince e convince. Un gran tiro di Montolivo, poi un colpo di testa di De Rossi e una finezza di Balotelli portano la squadra alla vittoria. Applausi al Meazza.

Re per una notte. Mario Balotelli torna al Meazza e se lo riprende, l'Italia lo ringrazia per il 3-1 alla Danimarca che è soprattutto suo e la lancia in fuga solitaria in testa al gruppo. Dopo quattro partite è azzardato dire che la nazionale di Cesare Prandelli vede già il Mondiale 2014, ma grazie anche al provvido pari tra Repubblica Ceca e Bulgaria lo scatto in avanti di questa sera ha il sapore dell'allungo decisivo.

Il girone. Dieci punti contro i 6 dei bulgari e i 5 dei ceki (una partita in meno) sono un vantaggio da amministrare. Per non dire dei danesi, già fuori gioco a quota 2. I numeri non dicono però della serata di sofferenza azzurra, cui ha contribuito certo l'improvvida espulsione in cui si è andato a cacciare Osvaldo, di nuovo bad boy. Il merito va a una Danimarca ben organizzata, e pronta a sfruttare lentezze e fatiche del centrocampo italiano. Ma il calcio - si sa - non è solo ordine, schemi, corsa. Il talento di Balotelli e un paio di gran giocate di un Pirlo a scartamento ridotto hanno scombinato tutto, facendo uscire l'Italia proprio quando sembrava andare sott'acqua. Così è finita con la standing ovation dello (scarso) pubblico del Meazza per il figliol prodigo Balotelli.

La partita. Era invece cominciata con difficoltà. Incassato a malincuore il passo indietro di Buffon, che non rischia la serata azzurra e carica la serata di altre tensioni in chiave Juve-Napoli, Cesare Prandelli si affida a De Sanctis, conferma il centrocampo a quattro dell'Armenia e soprattutto recupera Balotelli. Per l'ex interista, che stasera fa coppia con Osvaldo, è un ritorno nello stadio dei trionfi e delle litigate. Stavolta sono applausi da subito. È la difesa il reparto azzurro più rivoluzionato, specie sulle fasce: Abate e Balzaretti prendono il posto di Maggio e Criscito, Chiellini al centro sostituisce Bonucci che fila in tribuna con Giovinco e porta a tre il numero di juventini a riposo. Dall'altra parte, lo juventino è invece in campo e si chiama Niklas Bendtner: fa, male, il terminale del gioco con tre mezzepunte e due mediani di fronte alla difesa. Il ct Olsen, vecchia volpe delle panchine, ingarbuglia le cose: cambia all'ultimo un terzino rispetto alla formazione consegnata all'arbitro, affida a Kvist e Stokholm il compito di infastidire Pirlo, blocca i due terzini azzurri là dietro, pressa duro.

Così nei primi venti minuti la padrona di casa sembra la Danimarca. A conti fatti, la sintesi del primo tempo è semplice: loro giocano - e menano pure, innervosendo Balotelli -, gli azzurri segnano. Jakobsen a destra mette sempre in crisi la difesa, Bentdner allunga la squadra, fortuna per Prandelli che la Danimarca è organizzata ma scolastica. L'Italia trema prima per un pasticcio Chiellini-De Sanctis, poi per un tiro da fuori di Erikksen dopo palleggio prolungato che il portiere del Napoli devia in angolo.

Prandelli si arrabbia con i suoi, ordina alle due punte e a un centrocampista a turno di pressare alto per non fare uscire l'avversario. Al 19' la prima azione azzurra: lancio di De Rossi, Balotelli scappa a destra e mette dietro dal fondo, dal limite la botta di Marchisio trova la testa di Khjaer sulla linea di porta. Ugualmente pericoloso, alla mezzora, è Kvist: il centrocampista sfugge alla difesa in attesa di un fuorigioco che non c'è, De Sanctis salva in angolo di piede.

I gol. Incredibile ma vero, arriva il momento dell'Italia tra 33' e 37'. Prima Montolivo, un gran destro su bell'assist di tacco di Balotelli, uno dei pochi azzurri a metterci idee; poi la combinazione Pirlo-De Rossi - fotocopia del gol in Armenia - ed è 2-0. Ma non c'è da star tranquilli, nel minuto di recupero la difesa azzurra è molle sul cross di Jakobsen e la battuta al volo in rete di Kvist che riapre i giochi.

L'espulsione di Osvaldo. La situazione si complica ulteriormente dopo soli 40" della ripresa: Stochkolm insegue Osvaldo e lo spinge, il centravanti per divincolarsi allarga il braccio, a quel punto il danese crolla a terra e Skomina non ha dubbi sul rosso. Peccato di ingenuità o sprazzo di follia come di suo, non è chiaro: evidente però che sia un bel guaio per l'Italia. Anche perchè la Danimarca prende altro coraggio. A spegnerlo sono un De Rossi che si fa in quattro, le idee di Pirlo e sopra tutti Balotelli: sul lancio perfetto di Pirlo al 9' stavolta la sua giocata non è di potenza ma di fino, ed è 3-1.

Il Meazza è in delirio, il feeling col beniamino di una volta ricreato all'improvviso e a questo punto Balotelli si carica l'Italia sulle spalle. Tiene palla, fa salire la squadra, prende botte, apre il gioco quando deve. E soprattutto impaurisce la Danimarca da solo. Al quarto d'ora scappa via ai centrali ma lo ferma Skomina, al 19' entra in area e serve una gran palla al centro che non trova i centrocampisti pronti all'inserimento. La Danimarca si incarta sui cross, ci prova Eriksen da fuori ma è alto. La pressione danese è continua, le uscite di De Sanctis non sempre sicure. Un tiro di Rommendhal a fil di palo, due botte del nuovo entrato Poulsen nei 3' di recupero e poco più. Balotelli esce tra gli applausi, l'Italia con i tre punti cui Prandelli puntava.

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