mercoledì 10 aprile 2013

Diabolik ci svela il significato della coreografia del derby



Diabolik svela il mistero coreografia: "Sono un padre e figlio laziali! Ecco le iniziative per il Fenerbahce..."
“Speriamo di avere presto uno stadio nostro per far rendere al meglio le nostre coreografie”. Fabrizio Piscitelli, in arte Diabolik, non nasconde uno dei desideri della curva biancoceleste. Intanto il feudo del tifo laziale gongola in seguito ai numerosi complimenti ricevuti dopo la splendida coreografia del derby. Un abisso, in confronto al tourbillon di bandiere e fumogeni inscenato dai giallorossi. In Nord ieri campeggiava una gigantografia di una padre nell’atto di allacciare gli scarpini al proprio figlio. Un gesto tanto semplice quanto carico di significato, che rimanda alla proliferazione della fede biancoceleste di generazione in generazione ed allo stesso tempo indica la necessità di un tifo omogeneo allo stadio. In molti hanno rivisto in quel padre Tommaso Maestrelli, lo storico allenatore del primo scudetto, con il figlio Massimo. Un parallelismo che ha caricato ancor di più il significato simbolico contenuto nella coreografia. Fabrizio ha spiegati ai microfoni di Lazio Style Radio le basi di questa scelta: “In questo derby volevamo dare un messaggio che rappresentasse la tradizione della lazialità che si passa di padre in figlio. Inizialmente doveva rappresentare quattro volti a partire dal 1900 sino ai giorni d'oggi, poi abbiamo dovuto cambiare disegno per un problema di proporzioni, le quattro figure risultavano troppo vicine. Quindi abbiamo optato per quest'altro disegno, prendendo spunto da una foto di un allenatore che allaccia le scarpe ad un suo atleta, riportandolo come un padre che allaccia le scarpe al figlio. Molti ci hanno visto Maestrelli? Sì molti hanno avuto questa intuizione, ma sono solo un padre e un figlio laziali. La coreografia voleva essere anche una risposta alle critiche che ci hanno mosso ultimamente, molti dovrebbero ricordarsi delle cose belle che vengono fatte e non solo di quelle brutte”. Dal derby vinto sugli spalti all’arduo ritorno dei quarti di finale di Europa League contro il Fenerbahce. Il 2-0 del Sukru Saracoglu non può e non deve scoraggiare la Lazio, chiamata ad una vera e propra impresa. Un ulteriore ostacolo è rappresentato dall’assenza del tifo biancoceleste sugli spalti per la seconda gara europea consecutiva. Poco importa perché il cuore del tifo laziale sarà presente all’esterno dello Stadio Olimpico come accaduto nella gara contro lo Stoccarda, con la novità di un’iniziativa tanto originale quanto suggestiva per far sentire la vicinanza e l’amore alla squadra: “In ritorno dalla Turchia ci è venuto in mente di accompagnare la squadra, con dei caroselli di macchine, sino allo stadio giovedì sera, per cercare di ribaltare questa partita, che all'andata ci è stata rubata. Diamo appuntamento alle 17.30/18 per aspettare tutti insieme la squadra e scordarla sino all'Olimpico”. L’idea della curva era di seguire la partita dall’esterno con un maxischermo, ma la lunga trafila burocratica rende quasi impossibile l’attuazione a due giorni dal match, come sottolinea lo stesso Diabolik: “Abbiamo richiesto, a spese nostre, di collocare un mega schermo fuori la Nord per assistere assieme al match, purtroppo ci sono pochi giorni, spero in un miracolo, magari con un aiuto della società. E' un iniziativa per far sentire la nostra voce anche da fuori, ci saremo comunque, ma con uno schermo verrebbe più gente. Sarebbe una cosa bella”.

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